La CONF.I.A.L. Funzione Pubblica della Calabria, condividendo lo stato di esasperazione e di incertezza che pervade i circa 5.000 lavoratori ex LSU/LPU della Calabria, per effetto di insistenti voci che vedrebbero negare i finanziamenti in legge di stabilità 2017 da parte del Governo nazionale, nonché per un ipotetico passaggio a carrozzoni regionali senza competenze e professionalità adeguate di tutto questo bacino di precariato, ormai storicizzato da oltre un ventennio ed al quale era stata assicurato un processo di stabilizzazione diretto presso gli Enti locali, quindi con un pauroso passo all’indietro, dopo le lunghe ed interminabili lotte intraprese, è al fianco e sostiene l’iniziativa di auto convocazione presso la sede delle regione Calabria.
Invita il presidente della Giunta regionale a ricevere una delegazione di lavoratori per ascoltare le loro ragioni, non sentendosi per niente soddisfatti o tranquilli dalle rassicurazioni prodotte a mezzo stampa dal suo assessore regionale al lavoro, la quale, unitamente alla triplice tentano di rassicurare i lavoratori con una azione di collateralismo irresponsabile e di una inaudita gravità.
La CONF.I.A.L. evidenzia che, stanti le ripetute richieste di incontro alla regione, mai evase dall’aasessore regionale al lavoro che intende scegliersi interlocutori non rappresentativi in esclusiva di questo bacino di precariato, ha già inviato lettera al prefetto centrale di Catanzaro per attivare un tentativo preventivo di Conciliazione ai sensi della Legge 11 aprile 2000, N. 83, dopo di che, trascorsi i termini di legge la scrivente, anche unitamente ad altre Organizzazioni sindacali, procederà all’indizione formale delle manifestazioni e dello sciopero, non escludendo di attivare nei confronti della regione Calabria e per essa nei confronti dell’assessorato al ramo un procedimento giudiziario, essendosi configurato, ormai, un palese, ripetuto, comportamento discriminatorio, censurabile e perseguibile ai sensi di legge, per come novellato dall’ex art. 28 della legge 300/70, S.L.
-la copertura finanziaria nella prossima legge di stabilità (2017) dei circa 5.000 contratti di ex LSU/LPU già in essere ed in scadenza al 31/12/2016 in tutti i Comuni ed Enti della Regione Calabria, attraverso la copertura finanziaria pari ad € 50 milioni da parte del Governo centrale e poco più di 38 milioni di sponda regionale;
-La riproposizione di alcune deroghe a favore degli Enti locali che hanno in carico LSU/LPU con contratti a T.D. a 26 ore, per come già avvenuto per gli anni 2015 e 2016, quali: – deroga al Patto di stabilità degli Enti e della stessa regione anche per gli anni 2017/2018; – deroga all’utilizzo degli indicatori di giacenza medi dei pagamenti degli Enti che hanno processi di stabilizzazione del precariato in corso; – clausola che renda “senza soluzione di continuità” i contratti a tempo determinato in essere ed in scadenza al 31/12/2016.
-La costituzione di un Tavolo tecnico permanete presso la Presidenza della Giunta regionale con tutte le OO.SS., nessuna esclusa, per evitare conflittualità permanenti, al fine di poter monitorare e seguire il più definitivo percorso di stabilizzazione degli LSU/LPU presso i diversi Enti, considerato che la scrivente è fortemente presente in moltissimi Comuni della Calabria e che in alcuni, addirittura, rappresenta la parte maggioritaria dei lavoratori in oggetto, per come si potrà evincere dalle deleghe sottoscritte dai ns associati, verificabili dalle comunicazioni che i Comuni inviano all’Aran per la certificazione delle sigle nei luoghi di lavoro .
Infine, adoperarsi con la deputazione nazionale per una ipotesi di proposta di legge per la stabilizzazione presso gli Enti di ex LSU/LPU, composta di un solo art., che di seguito si descrive:
Art. 1
Gli enti locali che hanno alle dipendenze lavoratori del bacino LSU-LPU che abbiano intrattenuto un rapporto anche a tempo determinato, senza soluzione di continuità, per almeno 36 mesi, in deroga al patto di stabilità ed ai vincoli assunzionali, utilizzando le risorse del fondo di cui all’art. 13, comma 1bis della legge 25 novembre 2015, n. 185, possono assumerli a tempo indeterminato, previo espletamento, ove necessario, di concorso pubblico riservato.
Si tratta di un semplice risarcimento a lavoratori che da oltre 20 anni hanno consentito e consentono a tutti i nostri Comuni di garantire servizi ai cittadini, utilizzando in condizione di sfruttamento questa forza lavoro.