E colì e Colà il percorso lo metto qua. Riprendendo una vecchia cantilena, ritorna un vetusto modello di presa in giro del territorio e delle sue genti. Siamo votati al sacrificio con forme di masochismo politico, per cui più ci fanno male e più stiamo zitti. Parlo della SS.106, di un tracciato tirato da una parte e dall’altra, senza, a quanto si dice, che ci sia il famoso becco di un quattrino per realizzarla.
Una class action, avendo gli attributi…giuridici, sarebbe auspicabile e potremmo scriverla col sangue versato ogni giorno sulla ionica da Reggio a Rocca imperiale. Ma chi la fa? Tutti rannicchiati come cani bastonati, rassegnati nel sapere che il segretario regionale dell’Udc ed assessore della ex Giunta regionale, è stato riconosciuto colpevole per quanto accaduto alle elezioni politiche del 2018 quando era candidato nel collegio di Reggio Calabria e secondo gli inquirenti ha “letteralmente svenduto il suo futuro incarico, mettendo in relazione faccendieri, soggetti di palese estrazione ndranghetista con un parlamentare europeo”. Un lustro di carcere che toglie lustro alle istituzioni democratiche usate come contenitori per affari loschi e per rapidi arricchimenti.
Tutti zitti, pronti a bere qualsiasi pozione venefica sul tribunale, la SS.106, la sanità, l’agricoltura boccheggiante e chi vuole allunghi un elenco di vergognose reticenze e lacune. Oggi, l’ennesimo incidente in quella curva che assomiglia ad una chicane del Nurburgring, l’ennesimo arrivo dell’elisoccorso per il prelievo di un ferito grave, depositato a Cosenza, con parenti costretti a correre nella speranza di rivedere in vita un congiunto. Ma noi anni fa abbiamo buttato alle ortiche il Dipartimento emergenza e accettazione e con il progetto i 14 miliardi di lire a corredo. Al tempo giunte omologhe come coalizioni si fecero la guerra, addirittura con ricorso al Tar, dichiarato inammissibile. Perso il Dea è iniziata l’agonia dei due ospedali, la chiusura di Cariati e poi di Trebisacce. Ma i ricorrenti ed oppositori riuscirono ad avere la stessa soddisfazione di chi brucia la casa per ammazzare un topo. Idem per il tribunale. Ricordo l’interessamento serio del Procuratore della Repubblica Dario Granieri, agli ingressi a raso sulla superstrada, a lui ben noti anche per il dover percorrere la mulattiera ionica ogni giorno. Granieri guardava la Piana e lo ionio dalle finestre dello storico Tribunale di Rossano difeso a chiacchiere dalla politica, la stessa che giorni fa ha bocciato una mozione che avrebbe ridato fiato alla vertenza pro tribunale. Ei fù, ormai una pietra tombale sottoscritta da tutti i partiti ci ha cancellati per sempre. Oggi i Magistrati vengono per ordinare la rimozione dei cadaveri, pratica molto in voga, purtroppo, su questa arteria dove passa più sangue che in una femorale. Ma i Sindacati? Dove sono? Cosa fanno? Ed i partiti? Ed i cittadini, cioè noi? Nulla, pensiamo ad Halloween, vista la messe di zucche che c’è in giro, almeno la materia prima è a buon prezzo. Il tracciato della 106´E colì e colà…!
Giuseppe Passavanti – Giornalista