BOCCHIGLIERO. Nella giornata di domani, mercoledì 29 marzo, la comunità parrocchiale di Bocchigliero accoglierà la Croce ricavata dai resti del barcone naufragato a Steccato di Cutro, rinnovando la passione e la morte di Cristo con la passione e la morte dell’uomo odierno.
Questa importante manifestazione avrà inizio alle 16.30 con l’arrivo e la collocazione temporanea della Croce nella Chiesa Madre (Santa Maria Assunta). La cerimonia proseguirà attraverso danze e canti di preghiera da parte degli ospiti delle comunità di accoglienza presenti a Bocchigliero, Via Crucis e a conclusione, la Santa Messa.
Il Sindaco Alfonso Benevento dichiara: «La giornata di domani – fortemente voluta dalla parrocchia – vuole testimoniare soprattutto la vicinanza della nostra popolazione alla comunità di Cutro e a tutte quelle che hanno subito questa immane tragedia. Oltre ad essere un momento di preghiera – sottolinea il primo cittadino – deve essere un momento di riflessione a 360 gradi. E’ inimmaginabile che nell’epoca in cui viviamo possano esistere ancora tali tragedie e ancor di più, non se ne può discutere dopo verificatesi. Il nostro cordoglio è accompagnato da un grido di aiuto verso le istituzioni governative, affinché delineino un percorso ad hoc per evitare tragedie annunciate sulle nostre coste».
Quello che il primo cittadino ci ha esplicato è quindi l’urgenza di un lavoro sinergico e di cooperazione, a mo’ di matrioska: «Il problema è da affrontare alla radice, instaurando politiche mirate all’interno dei paesi a rischio, così da migliorare la qualità di vita sul posto. Tutto ciò chiaramente coadiuvato e ampliato da politiche di accoglienza territoriali già presenti nel nostro stesso comune».
«Ricordo infatti – prosegue Benevento – la presenza di un centro di accoglienza per minori, di SPRAR (Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e di CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria). Questi però non bastano, perché oltre all’accoglienza bisogna pensare all’integrazione, problematica anch’essa rientrante in politiche nazionali ed europee».
«Le regioni del Sud – conclude – non possono e non devono continuare ad essere lasciate sole in balìa degli sbarchi giornalieri senza mezzi e senza risorse. Siamo umani, metteteci in condizione di esserlo e di non ospitare più la morte ma la vita».
Virginia Diaco