Il Festival della Migrazione di Vaccarizzo, giunto alla sua dodicesima edizione, ha assunto un nuovo approccio itinerante, rafforzando la sua posizione come forum significativo per discutere e confrontarsi riguardo all’emigrazione.
L’evento annuale ha posto l’accento sulla pubblica accoglienza attraverso progetti innovativi, tra cui il notevole progetto “Sai”, nel quale i sindaci hanno svolto un ruolo centrale. Uno dei temi principali è stato l’analisi dell’esodo e dell’arrivo dei migranti sulle coste calabresi, insieme alle dinamiche di integrazione nelle comunità locali. Particolare attenzione è stata riservata al tragico evento di Cutro, sottolineando l’importanza di un’inchiesta per far chiarezza su quanto accaduto.
L’apertura dell’evento è stata segnata da un dibattito centrato sul fenomeno migratorio, enfatizzando la necessità di fornire canali di accesso sicuri e legali per le persone in movimento. Tra i relatori di spicco vi erano Francesco Casarelli della Comunità di Sant’Egidio, Walter Greco dell’Università della Calabria e Lidia Vicchio dell’Associazione Don Vincenzo Matrangolo. Giovanni Manoccio, Presidente dell’Associazione Don Vincenzo Matrangolo, ha contribuito in modo significativo al dibattito, evidenziando il costante impegno della sua associazione nell’accoglienza nella comunità di Vaccarizzo Albanese. L’associazione è tra coloro che hanno richiesto un’indagine giudiziaria sul dramma di Cutro tramite una denuncia alla Procura. La serata è stata arricchita da esibizioni musicali che hanno abilmente fuso diverse tradizioni culturali e dalla condivisione di piatti tipici, usanze e tradizioni provenienti da varie comunità. Questa interazione culturale è stata un passo fondamentale verso la comprensione approfondita del fenomeno migratorio, mirando a sgretolare pregiudizi e paure nel contesto del dibattito. Il festival ha sottolineato il bisogno di considerare i migranti non come un “fardello residuo”, ma come esseri umani meritevoli di sostegno e solidarietà. Inoltre, è stato evidenziato il loro potenziale ruolo nel contribuire alla rinascita di borghi storici abbandonati, aprendo la strada a una “seconda primavera” di sviluppo e rinascita. L’evento ha ancora una volta dimostrato il suo valore come piattaforma per riflettere e dialogare su questioni cruciali legate all’emigrazione e all’accoglienza, promuovendo lo scambio culturale e umano reciproco.