Esiste un mondo invisibile che spesso preferiamo ignorare: quello delle persone che vivono nell’ombra della povertà. Un recente episodio ha sollevato l’attenzione sulla lotta contro la povertà, rivelando sia le lacune che le potenzialità della nostra società. Un incontro personale con una coppia di origine rumena, costretta a vivere sotto il ponte Citrea, ha evidenziato l’importanza di agire con determinazione e unità per affrontare questa sfida umanitaria.
La vicenda ha messo in luce l’efficienza della pubblica amministrazione quando si tratta di interventi di pronto soccorso sociale. È incoraggiante vedere il personale coinvolto in progetti di intervento immediato dimostrare una professionalità e una compassione tangibili. Tuttavia, l’ombra dell’indifferenza si fa sentire quando ci si chiede se qualcuno avesse notato la coppia in difficoltà in precedenza, ma aveva scelto di ignorare. Troppo spesso, le persone che lottano contro la povertà vengono ridotte all’ombra, dimenticate dalla società in cui vivono.
Oggi, fortunatamente, abbiamo assistito a un riscatto dell’umanità. L’aiuto e la solidarietà dimostrati hanno riportato la speranza. Ma la lotta contro la povertà non può rimanere circoscritta a momenti episodici di compassione. Non è un argomento che dovrebbe essere sfruttato per scopi politici o divisivi. Le vite umane sono in gioco, e questo è un terreno su cui la politica dovrebbe lasciar spazio all’unione, piuttosto che alla separazione.
La povertà non ha colore politico, eppure troppo spesso è stata sfruttata come arma di divisione. La nostra comunità non può permettersi di rimanere spaccata su questioni vitali come la lotta alla povertà. Questa sfida richiede un approccio inclusivo e unitario che vada oltre le appartenenze partitiche. È il momento di porre al centro la questione dell’occupazione e dello sviluppo economico, affinché chiunque desideri contribuire possa farlo, indipendentemente dalla provenienza politica.
La presenza di senzatetto e la diffusa povertà non dovrebbero essere oscurate dall’orgoglio o dalla dignità dei singoli. È cruciale abbracciare la realtà e affrontare la sfida con responsabilità collettiva. Le divisioni politiche non possono essere un ostacolo alla costruzione di un futuro migliore per tutti.
Al di là delle questioni locali, sorgono temi più ampi che richiedono unità d’azione. Ad esempio, la disputa sulla centrale Enel mette in evidenza il bisogno di confrontarsi con un colosso che ha spesso agito a proprio vantaggio, ignorando gli accordi con la comunità. Questo non è il momento per una classe politica divisa; è il momento di mostrare fermezza e coesione nella difesa del nostro territorio e dei nostri diritti.
Inoltre, l’idea di elevare Corigliano Rossano a capoluogo, insieme a Crotone, aprirebbe le porte a opportunità economiche straordinarie. Tuttavia, anche qui, l’unità è fondamentale per negoziare con successo con le istanze governative. La formazione di un’area metropolitana che abbraccia tutto l’arco jonico potrebbe portare a una crescita economica considerevole, con la creazione di numerosi posti di lavoro.
L’appello alla classe politica è chiaro: il momento è ora di unirsi su questioni cruciali come la lotta contro la povertà, la difesa dei diritti territoriali e lo sviluppo economico. Questi temi vanno oltre i confini partitici e meritano un approccio unitario. Solo attraverso questa unione possiamo affrontare con successo le sfide che ci aspettano e costruire un futuro più giusto e prospero per tutti. La dignità umana non conosce divisioni politiche, ed è su questo principio che dobbiamo basare la nostra azione.
Matteo Lauria – Direttore I&C