Una marea di trattori ha invaso la statale 106 jonica, trasformando l’arteria stradale in un palcoscenico di protesta contro l’invasione di cinghiali che sta devastando le aree agricole della regione. Le località di Torretta, Melissa e Cirò sono diventate il punto focale di questa ribellione contadina, che grida al governo regionale di prendere provvedimenti seri e risarcire adeguatamente i danni subiti.
Il motivo di questa dimostrazione di rabbia è ben fondato: seminativi spazzati via, vigne sradicate e allevamenti messi in ginocchio dall’incessante avanzata dei cinghiali affamati. La preoccupazione si estende anche agli uliveti, con la prospettiva di una minaccia imminente che potrebbe colpire queste preziose piante.
Ma non è solo l’agricoltura a soffrire sotto l’assalto dei cinghiali. I centri urbani stanno subendo le conseguenze di questa invasione, con branchi di cinghiali che si riversano nelle strade, creando problemi di sicurezza per i cittadini. Gli agricoltori non si limitano a lamentare i danni materiali, ma pongono anche l’accento sulla necessità di affrontare le sfide legate alla convivenza con una specie selvatica fuori controllo. Donato Greco, portavoce del comitato “Stop cinghiale” dell’area del cirotano, ha espresso la frustrazione dei contadini nei confronti degli incontri con la Regione Calabria, che finora non hanno prodotto risultati tangibili. L’offerta di una indennità di 25mila euro in tre anni è stata respinta con veemenza, considerata una misura insufficiente per coprire le perdite sostenute dagli agricoltori.
La popolazione contadina insorge contro la mancanza di azioni preventive da parte delle autorità regionali. La proposta di allungare la stagione venatoria è emersa come una possibile soluzione, consentendo un abbattimento controllato dei cinghiali per limitare la loro proliferazione. Tuttavia, non tutti sono concordi su questa proposta, poiché alcuni sottolineano l’importanza di una gestione equilibrata per preservare la fauna locale. Valerio Pugliese, portavoce del movimento, ha sottolineato la duplice richiesta rivolta alla Regione: agire sulla prevenzione e garantire risarcimenti adeguati. La necessità di una strategia comprensiva che comprenda misure preventive a lungo termine e interventi risarcitori immediati è emersa come il punto centrale di questa protesta.
La manifestazione ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine, con polizia e carabinieri schierati sul posto per mantenere l’ordine pubblico. La tensione rimane alta mentre i contadini lottano per difendere il loro modo di vita e le loro terre contro la devastante avanzata dei cinghiali.
In un contesto in cui la crisi agricola si intreccia con l’urgente necessità di preservare l’equilibrio ecologico, questa protesta rappresenta una chiamata d’aiuto lanciata dai contadini che vedono il proprio futuro a rischio. Sarà ora compito delle autorità regionali rispondere in modo adeguato a questa sfida che coinvolge sia l’agricoltura che l’ambiente circostante.