L’entusiasmante progetto di un porto canale situato nel cuore dell’area urbana di Schiavonea avrebbe potuto trasformare Corigliano-Rossano in una realtà altamente dinamica con un considerevole aumento dell’occupazione e un potenziale turistico inimmaginabile. Tuttavia, questa preziosa opportunità è stata purtroppo persa.
Il concetto originale era quello di creare un porto canale nel Missionante, un’area strategica all’interno della città che avrebbe potuto sfruttare al massimo il suo patrimonio marittimo e generare nuove opportunità di lavoro. Inizialmente, questo ambizioso progetto è stato presentato all’interno del contratto istituzionale di sviluppo (CIS-Regione Calabria), ma, purtroppo, è stato escluso dai finanziamenti necessari. La sua realizzazione, stimata in circa 12 milioni di euro, è stata ostacolata da una serie di impedimenti che ne hanno impedito il progresso.
Tuttavia, non dovremmo sottovalutare il potenziale economico e culturale che un simile progetto avrebbe potuto portare. Una proposta simile è stata formulata, seppur in modo informale, per il torrente Citrea nell’area urbana di Rossano. Attualmente, l’assessore all’urbanistica Tatiana Novello sta esaminando la sua fattibilità, riconoscendo l’importanza di opere che possono generare occupazione e sviluppo.
Il Porto Canale del Missionante non avrebbe rappresentato solamente un’opportunità per attirare il turismo legato alla nautica, ma anche un modo per rinnovare radicalmente l’area portuale di Corigliano-Rossano, che nel tempo è diventata una sorta di “non luogo” urbano, separato dalla città stessa. Il progetto aveva come obiettivo la creazione di un porto canale che avrebbe aperto nuove opportunità di sviluppo in tutte le direzioni, in armonia con un progetto recentemente approvato dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro per la costruzione di una banchina per le navi da crociera. Questa sinergia avrebbe potuto rappresentare una grande opportunità per il rilancio del turismo marittimo, creando al contempo una connessione più profonda tra la città e il mare, che è parte integrante dell’identità della comunità.
Il progetto era stato incluso nella strategia di rigenerazione urbana della frazione Schiavonea, denominata PINQUA, che prevedeva un investimento di 15 milioni di euro. Il Porto Canale del Missionante avrebbe agito da ponte tra questi due progetti, eliminando le barriere esistenti e creando un valore aggiunto sia per la città che per l’area portuale circostante.
Oltre agli indiscutibili vantaggi economici e turistici, il progetto avrebbe avuto un impatto ambientale positivo, grazie alla creazione di argini pedonalizzati e aree verdi lungo il fiume. Questo avrebbe contribuito in modo significativo alla riqualificazione urbana ed ecologica, nonché alla mitigazione del rischio idraulico. La struttura era stata progettata per ospitare circa mille posti barca, strutture ricettive, infopoint e punti di trasporto per i turisti provenienti dalle navi da crociera. I pontili galleggianti sarebbero stati dotati di servizi e sistemi di autonomia energetica, e il progetto prevedeva anche l’utilizzo di materiali eco-sostenibili. La gestione del Porto Canale sarebbe stata inizialmente affidata all’ente pubblico e successivamente assegnata a operatori selezionati attraverso un bando pubblico.
Questi progetti avrebbero potuto creare posti di lavoro, attirare il turismo e riportare il mare al centro dell’identità della comunità, rappresentando un’opportunità di sviluppo incredibilmente preziosa per Corigliano-Rossano. Tuttavia, la loro realizzazione è stata, per ora, una speranza non realizzata.