L’INTERVENTO. Cittadini rassegnati e politica inerte: Il fallimento dell’aggregazione e la mancanza di lotta

Che amarezza constatare il nostro fallimento come cittadini, ci troviamo inermi e rassegnati, privi della minima voglia di lottare e senza soggetti di riferimento capaci di organizzare forme di aggregazione, come accadeva in passato. I partiti attuali sono infarciti di selfisti, ritratti mentre gustano pietanze o ammirano paesaggi, di esperti in supercazzole, e di giocatori di scacchi che da anni cercano di dare uno scacco matto, riuscendo solo a sembrare matti, finendo per appartenere a mini club piuttosto che a veri partiti. Gli ex rappresentanti dei lavoratori non sono da meno. Recentemente ho avuto bisogno del Caf e mi sono recato in Cgil. Ho notato che si utilizza il “voi”, mentre l’uso del termine “compagno” sembra risalire a Luciano Lama, dopodiché gli impieghifici hanno aperto le porte a giovani in giacca e cravatta, avvolti in sciarpe sgargianti con rare tracce di rosso.

Sì, accettiamo il “voi” imposto per legge da Benito al posto del “lei” e procediamo con un colloquio col segretario, il quale controlla la posta elettronica sul suo pc e crede di poter seguire anche ciò che dico. Concludo e me ne vado con un “STATEVI bene!”.

Ecco la situazione attuale, e quindi ci lamentiamo se una visita di controllo per una settantaduenne viene prenotata con un anno di anticipo, perché a noi è andata peggio (16 mesi), e se gli elisoccorso atterrano anche solo per certificare la morte di una persona, dato che le ambulanze girano senza medico, sembra tutto normale. Insomma, tutto sembra andare bene, ma di lotta non se ne parla. Ci sottraggono i Frecciarossa (sedici al giorno) che da Sapri dovevano arrivare fino a Tarsia, servendo anche Cosenza, ma non vediamo nessun Don Chisciotte in difesa. Ci impiantano nel cuore verde del Distretto Agroalimentare un’industria pesante che produrrà i mulini a vento del 2000, e non si vede un solo Don Chisciotte; ci lasciano a piedi sulla Ionica, con passaggi a livello mortali, e noi diciamo “yes”, con masochismo alla De Sade, ma con ribellione orgasmica su Facebook.

Chiudo, tanto nella città ultima in graduatoria nazionale per qualità della vita, Crotone, la Rai, sì proprio la Rai, festeggerà il capodanno senza mostrare uno solo dei guai che abbiamo. E noi, come Cosenza, facciamo quattro salti – non in padella, ma in piazza – e non ci facciamo mancare nulla, chissenefrega se spendiamo 4/500 mila euro il 31 dicembre, viene una volta all’anno, mentre i problemi li viviamo ogni giorno. Uffa.

Giuseppe Passavanti – Giornalista

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