Malati cardiopatici discriminati anche dopo la guarigione: la battaglia di Giuseppe per superare i pregiudizi

In un mondo in cui la perseveranza è la chiave per realizzare i sogni, Giuseppe Battaglia, vicepresidente dell’Associazione nazionale italiana atleti diabetici, ha vissuto in prima persona la lotta contro la discriminazione nei confronti dei malati cardiopatici, specialmente quando cercano di perseguire il loro amore per lo sport. Giuseppe, un appassionato di maratone, ha sperimentato le sfide uniche di essere non solo diabetico ma anche cardiopatico. La sua ultima vittoria, la partecipazione a una maratona molto desiderata, è stata tutt’altro che facile da raggiungere. La sua ricerca di un cardiologo che lo supportasse in questa impresa è durata tre anni, rivelando pregiudizi e sfide che molti pazienti cardiopatici possono sperimentare. «Come tutti i sogni, ci sono delle piccole interferenze da affrontare», spiega Giuseppe. «Non riuscivo a trovare un medico adatto che mi desse la carica e la possibilità di effettuare questa maratona. Questo prefigura dei pregiudizi per i pazienti cardiopatici, anche quelli che sono guariti». Giuseppe crede che esista una carenza di professionisti disposti a supportare i pazienti cardiopatici nelle loro aspirazioni sportive. È come se non volessero assumersi le responsabilità.  Ha sottolineato l’importanza di trovare un cardiologo che comprenda la passione per lo sport e fornisca il supporto necessario per perseguire i sogni, anche per coloro che sono già usciti dalla patologia. Il vicepresidente dell’associazione fa appello ai cardiologi affinché superino i pregiudizi e offrano la possibilità a tutti i cardiopatici di dedicarsi all’attività sportiva. Giuseppe sostiene che l’approvazione di una norma simile a quella per i pazienti oncologici (oblio oncologico approvata di recente), estesa ai cardiopatici, sarebbe un passo avanti per permettere a tutti di avvicinarsi allo sport e realizzare i propri sogni. «Limitare la partecipazione sportiva dei cardiopatici non solo è ingiusto ma va contro il beneficio che l’attività fisica può apportare alla salute fisica ed emotiva di una persona». afferma Giuseppe.

Presidente Ferraina: «La corsa contro ogni discriminazione»

Fermo e deciso sarà l’impegno nella lotta contro la discriminazione e per la promozione di uno stile di vita sano. Lo ribadisce Debora Ferraina, presidente regionale Aniad, la quale sottolinea l’importanza dei diabetologi che, unitamente ai dietologi e nutrizionisti, sono chiamati a fare rete. Sia la Ferraina sia Battaglia hanno preso parte alla nota maratona internazionale di Valencia: «È stata la mia prima maratona come presidente, afferma la Ferraina. La preparazione è stata interessante, soprattutto perché sono una donna che, fino a due anni fa, non praticava sport. La maratona è una sfida meravigliosa che ho affrontato con orgoglio, migliorando il mio tempo di 30 minuti rispetto all’anno precedente».Ferraina fa notare come la maratona sia un’esperienza gestionale unica, richiedendo la gestione della glicemia durante la gara e ricevendo il sostegno del pubblico. «È meraviglioso sapere di portare a termine un’impresa di 42 km. Sono momenti che rendono la maratona un’esperienza indimenticabile». Ferraina parteciperà alla prossima maratona di New York. Concludendo, la presidente dell’Associazione Aniad Calabria invita tutti a educare i propri figli all’amore e alla salute, partendo dalla tavola e incentivando uno stile di vita attivo.

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