Nel contesto della sanità, si staglia un’ombra crescente e spesso ignorata: le aggressioni al personale medico. Questo fenomeno, che mina non solo la sicurezza degli operatori, ma anche la qualità dell’assistenza ai pazienti, richiede una risposta immediata. L’esperto Luigi Fasanella solleva l’allarme, chiedendo la creazione di un osservatorio regionale e l’implementazione di misure preventive. Innanzitutto, è importante definire il contesto in cui avvengono queste aggressioni. Il personale sanitario si trova spesso a operare in condizioni stressanti e ad affrontare situazioni delicate, come quelle legate alla salute e al dolore dei pazienti. Purtroppo, queste situazioni possono sfociare in episodi di violenza verbale o fisica da parte dei pazienti stessi o dei loro familiari. Secondo Luigi Fasanella, tecnico di vigilanza dell’ASP di Cosenza, il problema è ancora più grave di quanto si pensi: «Le aggressioni al personale sanitario sono spesso sottovalutate e non adeguatamente riconosciute. Manca una registrazione sistematica di questi episodi, il che rende difficile valutarne l’entità e adottare misure preventive efficaci». Fasanella aggiunge: «È fondamentale creare un osservatorio regionale per rendicontare tutte le aggressioni al personale sanitario. Solo così possiamo valutare e gestire il rischio in modo adeguato, adottando le necessarie misure di prevenzione e protezione».