Le piazze piene, le liste di candidati lunghissime, l’entusiasmo palpabile durante le campagne elettorali: tutti questi elementi sembrano indicare una vitalità sociale che dovrebbe fare invidia a molte comunità. Ma è davvero così? È questo fervore una manifestazione autentica di passione per l’interesse pubblico o si tratta piuttosto di una corsa frenetica verso un posto nel Palazzo, guidata da un’opportunistica voglia di potere e prestigio personale?
Opportunismo e cultura civica: un binomio conflittuale
La mentalità opportunistica non solo danneggia il tessuto sociale, ma ostacola anche la crescita culturale delle città e indebolisce il loro potere contrattuale nelle vertenze che devono affrontare. Prendiamo, ad esempio, la questione dell’ex tribunale, spesso liquidata come una battaglia degli avvocati, o quella degli ospedali, o ancora della mobilità pubblica. Queste tematiche, che dovrebbero coinvolgere l’intera comunità, vengono spesso trattate con indifferenza o ridotte a questioni di categoria. Ciò dimostra una visione miope e limitata, che impedisce di riconoscere l’importanza di tali battaglie per il benessere collettivo.
Un altro caso emblematico è l’aspirazione di Corigliano Rossano a diventare capoluogo. Questo obiettivo, che potrebbe rappresentare un importante passo avanti per la città e per l’intera regione, rischia di rimanere una mera ambizione se non sostenuto da un forte e diffuso senso civico. Senza una partecipazione attiva e consapevole dei cittadini, le istanze locali finiscono per essere percepite come questioni marginali, lasciate nelle mani di pochi volenterosi che, però, non possono farsi carico da soli di sfide tanto grandi.
Il vero senso civico: partecipazione continua e consapevole
Per invertire questa tendenza, è necessario promuovere una cultura della partecipazione continua e consapevole. Il senso civico non può essere una fiammata episodica, ma deve trasformarsi in un impegno costante. Le scuole, le associazioni, i media locali hanno un ruolo fondamentale nell’educare e sensibilizzare la cittadinanza, affinché ogni individuo si senta responsabile del bene comune.
È fondamentale comprendere che la delega in bianco non è una soluzione, ma un problema. I cittadini devono sentirsi parte attiva del processo decisionale, vigilando sull’operato dei propri rappresentanti e partecipando in prima persona alle iniziative comunitarie. Solo così si potrà costruire una società davvero democratica e inclusiva, capace di affrontare le sfide del presente e del futuro con coesione e determinazione.