Le ferie sono finite, ma non per tutti. Dopo quasi due mesi di (meritata?) vacanza, nel consiglio della Regione Calabria si presentano davvero in pochi. Tra i banchi si contano solo una decina di eletti: defezioni (anzi, congedi) à gogo nelle fila del centrodestra (i “mohicani” sono Cannizzaro e Morrone), poco più nutrito il gruppo Pd e affini (tra cui Ncd). Giunta al completo, ma non è una notizia; il vicepresidente dell’assemblea D’Agostino – autosospeso dopo l’inchiesta a suo carico per intestazione fittizia di beni nell’ambito dell’operazione antimafia Alchemia – che siede come un “consigliere semplice”, ma è poco più di una curiosità. A conti fatti, più della metà dei consiglieri sono assenti.
Del resto, quello di oggi, a dirla tutta, non può essere certo annoverato tra gli appuntamenti decisivi di una legislatura. Il programma prevede solo lo smaltimento di incombenze arretrate: una sfilza di interrogazioni (molte delle quali decadute per l’assenza dei proponenti), una caterva di mozioni (vedi sopra), una mitragliata di interpellanze. Solo un pourparler, insomma: niente di trascendentale, niente riforme, né discusse né annunciate. Il Consiglio, in fondo, è ancora in ferie.