La prima Commissione “Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale”, presieduta dal consigliere Franco Sergio, ha trattato la proposta di legge n.182/10 che prevede l’istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Corigliano Calabro e Rossano. L’iniziativa è del consigliere Giuseppe Graziano che ha ricordato “il proficuo lavoro iniziale da parte di diverse associazioni che, quindici anni or sono, intravedevano nell’unione dei comuni una garanzia di efficienza ed economicità”. Nel corso dei lavori, il presidente Sergio ha espresso la propria solidarietà e quella della Commissione, stigmatizzando l’accaduto, al sindaco di Rossano Stefano Mascaro per l’atto intimidatorio che lo ha coinvolto nelle ultime ore. A Reggio Calabria avrebbe dovuto esserci anche il primo cittadino rossanese che non si è presentato. Idem il sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci che aveva, anzitempo, preannunziato la sua diserzione. Una nuova audizione sarà convocata nei prossimi giorni con i due amministratori. Si è discusso della proposta del consigliere regionale Giudicendrea che transiterà nel prossimo consiglio e che riguarda prevalentemente la questione dei piccoli comuni. Perché passi la proposta di “fusione” nei due comuni interessati, durante il turno referendario occorrerà la maggioranza dei “si” per ogni singolo comune. Altro dato di non poco conto riguarda la legge regionale che norma le fusioni e le circoscrizioni che non sarà applicata nel caso dei comuni di Corigliano/Rossano. Il punto è stato votato all’unanimità dalla commissione. Sulla proposta di legge del consigliere regionale Giuseppe Graziano, il comitato delle cento associazioni ha proposto degli emendamenti che sono stati accolti, pertanto saranno oggetto di discussione nel corso delle prossime riunioni al fine di perfezionare i contenuti. Compiacimento ed elogi sono stati espressi ai componenti il comitato presenti a Reggio Calabria (Amergico Minnicelli, Cosimo Montera, Eugenio Farino, Enrico Iemboli e Luca Latella) per il lavoro svolto con tenacia e determinazione nel corso degli anni. Il vicepresidente della Giunta regionale Antonio Viscomi ha affermato:“L’attuale articolazione delle amministrazioni comunali in Calabria non è pienamente idonea ad affrontare le sfide di una necessaria modernizzazione orientata alla riqualificazione dei servizi resi ai cittadini, alla razionalizzazione dei costi, alla riduzione dei rischi di infiltrazione criminale ed al contrasto alle pratiche corruttive. In questo contesto, la Giunta reputa che la doverosa tutela delle comunità locali – patrimonio essenziale sul piano culturale ed identitario, ma anche funzionale alla stessa tenuta della coesione sociale – possa e debba essere meglio assicurata da una necessaria ridefinizione dell’assetto delle amministrazioni locali orientata nel senso predetto. La Giunta ritiene che i processi di fusione siano un significativo passo in avanti nella prospettiva indicata, se e a condizione che gli stessi processi trovino fonte ed origine in dinamiche democratiche tali da valorizzare l’apporto partecipativo delle comunità locali. Ritiene opportuno distinguere i processi di aggregazione funzionale – destinati ad integrare, sulla base di modelli ispirati a sistemi di sussidiarietà differenziata, le specificità delle politiche pubbliche e le caratteristiche territoriali di riferimento e che pertanto invocano un ruolo proattivo e definitorio dell’ente regionale (basti pensare ai distretti per le politiche sociali o ai sistemi locali del lavoro, giusto per fare qualche esempio) – e processi di fusione che invece devono trovare impulso, genetico e funzionale, nelle stesse comunità locali”.