Altro che riapertura dell’ospedale, secondo il Decreto Commissariale che ha distribuito le risorse destinate alla sanità calabrese per le due prossime annualità in tutta l’Asp di Cosenza non ci sarebbe alcuna assunzione di medici per cui non solo non si riaprirebbe il “Chidichimo” ma nell’area dell’ex Asl n. 3 di Rossano sarebbero a rischio anche gli ospedali di Corigliano e di Rossano che viaggiano a scartamento ridotto perché hanno un organico sottodimensionato. C’è quindi delusione e sconcerto nelle popolazioni locali perché la riapertura del “Chidichimo” seppure a rilento, veniva data per scontata. Da qui dunque la reazione stizzita di tanta gente che sul web sta promuoveva la rivolta civile: bisogna strappare il certificato elettorale e disertare le rune delle Amministrative di primavera, si grida in particolare a Trebisacce. In effetti il Decreto Commissariale sottoscritto da Scura e Urbani ha colto tutti di sorpresa mentre sembra abbia fatto la felicità della medicina privata che è destinataria di ben 196milioni di euro di risorse pubbliche. Un bel pacco di Natale, dunque, per la medicina privata, ma poco o niente per la sanità pubblica che, nonostante le tante richieste avanzate per coprire almeno una parte dei tanti buchi della pianta organica, sia per attivare nuovi servizi che per riaprire nuovi Reparti. Legittima quindi la delusione e lo sconcerto tra le popolazioni dell’Alto Jonio anche perché nel deserto sanitario determinatosi dopo la chiusura dell’ospedale di Trebisacce non c’è neanche una delle strutture private che invece pullulano a Cosenza e nell’area tirrenica. Nel suddetto Decreto la stessa struttura commissariale che ha sancito la riapertura del “Chidichimo” senza però indicarne la data, ha assegnato pochi spiccioli tanto che per i prossimi due anni è prevista la sola assunzione di 20 infermieri e 32 OSS (operatori socio-sanitari) e con questi chiari di luna rischia dunque di tramontare la riapertura del “Chidichimo”. Encomiabili, per la verità, gli sforzi sostenuti dagli amministratori locali per ottenere la decretazione della riapertura del “Chidichimo” ma se al Decreto n. 30 non fanno seguito atti coerenti, anche la decretazione commissariale risulta essere carta straccia. Per fortuna, c’è da aggiungere come magra consolazione, che la traettoria del commissariamento della sanità calabrese pare stia per prendere la parabola discendente perchè il timone della sanità passerebbe nelle mani del governo regionale. Significativa,a questo proposito, la lettera indirizzata ieri dal presidente Oliverio alla struttura commissariale: il Piano che distribuisce le risorse per i prossimi due anni – sembra voglia dire Oliverio al Commissario – è sbagliato e… l’è tutto da rifare, per cui bisogna riconsiderarlo e rinegoziarlo con il ministero della Salute senza però essere accomodanti e senza genuflettersi. (fonte La Provincia di Cosenza)