Un atto di denuncia crudo e senza giri di parole. E’ quello del presidente del Circolo del Buon Governo della Sibaritide, Raffaele Corrado, a proposito di quanto sta avvenendo nella sanità della piana. “Se volete capire il basso livello che ha raggiunto la nostra sanità – afferma Corrado – basta recarvi nei pronto soccorso degli ospedali di Corigliano e Rossano. Perché lì si prova una vergogna infinita, quasi al limite dello schifo, nel vedere, oltre a pazienti che passano qualche ora o qualche giorno in attesa di un letto in reparto, che mancano persino le attrezzature necessarie a monitorare chi arriva in codice rosso o, addirittura, le barelle dove visitare i pazienti meno gravi. Una situazione drammatica, assurda, che configge con i diritti umani e con quella Costituzione, per molti ritenuta intoccabile ma mai attuabile, che ci ricorda che la salute è un diritto. Riconosciuto. Saldo. Anche quando i disservizi sono un fattore cronico. Come avviene proprio ai pronto soccorso, dove il caos ormai regna sovrano da tempo e dove si verifica di tutto, sotto l’occhio indifferente di medici, che non vogliono assumersi responsabilità per contrastare il malfare (perché spesso sono presi a pesci in faccia da dirigenti che non vogliono fastidi), pazienti rassegnati e soprattutto politici ruffiani. I quali, quando si occupano di sanità, – secondo Corrado – dovrebbero essere processati per omicidio colposo, se non preterintenzionale, perché trascurando intenzionalmente gli investimenti seri, che poi sono quelli su attrezzature e personale di alto livello professionale (che pure c’è e andrebbe solo motivato), altro che ospedale unico, fanno sì che la gente in ospedale, proprio per queste scelte scellerate, muoia sul serio. E “non è certo una novità, se sguarnisci gli ospedali e metti le persone sbagliate al posto sbagliato”, come spiega un operatore sanitario, ma non è nemmeno una cosa che dovrebbe accadere con questa facilità, aggiungiamo noi. Infatti qui, nelle scorse settimane, proprio per l’inadeguatezza delle strutture sanitarie, qualcuno ci ha lasciato le penne, senza che la cosa suscitasse l’indignazione della città e della sua classe dirigente, che sull’accaduto né ha discusso, né si è arrabbiata. Come se alle morti per malasanità – conclude Corrado – si fosse ormai assuefatta, quasi come fossero una cosa naturale, una specie d’influenza stagionale”.