Nel giorno in cui forse, il condizionale è d’obbligo tenuto conto che l’argomento non risulta iscritto nell’ordine del giorno dei lavori, il consiglio regionale potrebbe dare il via libera definitivo all’effettuazione del referendum sulla fusione Corigliano-Rossano, il sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, scrive al collega Mascaro, sottolineando come sia necessario un immediato incontro tra i tecnici delle due amministrazioni per delineare lo schema di bilancio che contraddistinguerà il nuovo ente. “Il progetto di fusione che abbiamo in corso – si legge nel corpo della lettera inviata da Geraci a Mascaro – – seppure con la mia diversa veduta di volerlo estendere alla vicina Cassano allo Jonio, deve vederci tempestivamente impegnati per ben comprendere le caratteristiche della nuova Città. Così come ho chiesto in sede di commissione regionale, e da te condiviso – continua – si rende necessario un immediato incontro tra i nostri tecnici per delineare lo schema di bilancio che contraddistinguerà il nuovo ente e per definire una ottimale dotazione organica funzionale al miglioramento del prodotto amministrativo del comune unico. Sarà, pertanto, necessario – conclude Geraci – che la squadra dei miei tecnici, formata dal Segretario Comunale Salvatore Bellucci, dal responsabile del settore Finanziario Giovanni Santo, dagli assessori Mauro Stellato e Tommaso Mingrone e dal consigliere comunale Giuseppe Turano, abbia l’occasione di incontrarsi con i tuoi omologhi agli inizi della settimana prossima”. Unitamente alla missiva, Geraci ha fatto pervenire al sindaco di Rossano un elenco di tutti i documenti, da produrre, analizzare e comparare reciprocamente per valutare la compatibilità economico-giuridica dell’intrapresa fusione e scongiurare ogni possibile incompatibilità per il prosieguo. Frattanto il dibattito attorno a questa problematica va arricchendosi sempre di più. Ad intervenire è l’ex assessore al bilancio, Enzo Siinardi, che nel rispondere ad un precedente intervento del Comitato delle 100 Associazioni sostiene che: “Le domande poste dalla gente comune, alla quale mi fregio di appartenere, continuano ad essere rivolte e, allo stesso tempo, continuano a restare senza la benché minima risposta. Alcune delle quali: i cittadini Coriglianesi e Rossanesi, dopo la fusione, pagheranno meno tasse a parità di qualità e quantità dei servizi offerti? I cittadini avranno una maggiore qualità e quantità dei servizi a parità di tasse? Ci saranno nuove assunzioni nel nuovo comune? Eventualmente, come verranno finanziate tali assunzioni, con meno servizi oppure con più tasse? Quali saranno i servizi che resteranno decentrati? Quali quelli, invece, che saranno accentrati? Gli appalti verranno effettuati come unico ente? I finanziamenti statali verranno suddivisi a metà, pro-quota per numero di abitanti, in base all’ampiezza in kmq del territorio o, magari, si farà a “testa o croce”? In quali progetti verranno investiti? Quale sarà la denominazione del nuovo comune fuso? Quali saranno gli strumenti di decentramento previsti?”.