Di città unica Corigliano-Rossano ormai si parla dappertutto. E’ l’argomento del momento. E se ne discute a vari livelli. Non solo tra favorevoli e contrari, ma anche a Cosenza dove l’attuale sindaco Mario Occhiuto, quasi a mo’ di risposta, propone la fusione Cosenza-Rende come contraltare a Corigliano-Rossano che, se convertite in un’unica municipalità, diverrebbe la prima città della provincia di Cosenza per numero di abitanti. E’ un progetto, quello jonico, erroneamente vissuto come una minaccia dalla politica bruzia che, al contrario, dovrebbe pensare a un rafforzamento generale dell’intera provincia e dell’intera Calabria.
Nel frattempo si rimane in attesa della decisione del governatore Mario Oliverio della fissazione della data per la celebrazione del referendum consultivo.
La fusione in terra jonica costituisce in parte una risposta alle innumerevoli decisioni del governo regionale e nazionale di colpire la sibaritide. Che ha perso tanto negli ultimi anni, subendo un’incomprensibile politica centralista. Si è iniziato con la soppressione dell’ex Asl n°3, poi le comunità montane, e ancora gli ospedali di Cariati e Trebisacce, il ridimensionamento dei presidi di Corigliano e di Rossano, la chiusura del Tribunale di Rossano e delle stazioni ferroviarie. Insomma il territorio ha dato. E forse troppo, rispetto ad altre città della Calabria dove tutto è intoccabile. E adesso qualcuno vorrebbe finanche togliere i distretti sanitari portando come tesi lo sperpero di denaro pubblico. E’ tempo che si tagli altrove. La Sibaritide ha dato.