Coinvolta anche l’Anac nell’ambito della gara per l’affidamento del servizio di riscossione dei tributi del Comune di Rossano. L’autorità anticorruzione è stata chiamata in causa dai consiglieri del gruppo Rossano Futura, Tonino Caracciolo e Marinella Grillo che hanno mosso specifici rilievi sul bando di gara, chiedendo apposite verifiche “in ordine alla legittimità di un bando che a noi sembra tagliato su misura”. La vicenda, che ha fatto registrare una sola proposta al vaglio della commissione aggiudicatrice, ossia quella avanzata dalla Soget, ha scatenato una pioggia di reazioni. Con tanto di richiesta di annullamento della gara. Nell’istanza trasmessa dai consiglieri Caracciolo e Grillo all’Anac, si evidenzia che “Il bando di gara del Comune di Rossano contiene, nei requisiti di partecipazione, nella calibrazione dei criteri di valutazione delle offerte e nelle modalità operative di riscossione, una serie di abnormità che possono essere considerati “manifestamente irragionevoli, illogici e sproporzionati” e non in linea con gli orientamenti giurisprudenziali e normativi vigenti, ma soprattutto capaci di insinuare il dubbio che possano essere stati introdotti ed adottati al fine di limitare fortemente la concorrenza o, addirittura, favorire o consentire la partecipazione ad un unico soggetto”. Cinque, nello specifico, i requisiti su cui RossanoFutura chiede apposite valutazioni da parte dell’Autorità anticorruzione. Il primo è “il fatturato richiesto: 6 milioni di euro a fronte di un valore di contratto stimato in 2 milioni di euro”; a tal proposito i consiglieri richiamano un parere della stessa Anac, il n. 125 del 06/06/2014, che stabiliva: “purché tali prescrizioni rispettino i principi di proporzionalità e ragionevolezza, in modo tale da non restringere oltre lo stretto indispensabile la platea dei potenziali concorrenti e da non precostituire situazioni di assoluto privilegio”. Al secondo punto “L’addebito dell’aggio di riscossione all’utente” che, per Rossano Futura, ”esclude il 99 % delle società che potrebbero partecipare all’appalto”. Al terzo punto il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa “che – evidenziano Caracciolo e Grillo – appare oggettivamente illogico e sproporzionato, considerato che tale metodo non è teso a favorire ribassi significativi sul valore dell’aggio previsto per ognuna delle prestazioni richieste, bensì a poter “scegliere” il concessionario sulla base di una presunta “Offerta tecnica” che a sua volta ha una modulazione che appare quasi ritagliata su misura per determinati soggetti”. Si contestano, infine, anche il subcriterio E (quantità e qualità delle risorse umane. Organizzazione in funzione dell’efficienza del servizio), evidenziando che “il mantenimento dei livelli occupazionali, quale clausola per fini sociali, debba costituire una condizione ineludibile”, nonché il subcriterio C (interazione tra i servizi informatici dell’Ente e della Concessionaria. Accesso flussi informativi e comunicazioni): “non è adeguatamente esplicitato nella modulazione della valutazione…È del tutto evidente – affermano i consiglieri di Rossano Futura – che tale criterio favorisce i soggetti che hanno già rapporti con l’Ente Concedente per i quali il livello di interazione è stato affinato nel corso della gestione della precedente concessione”.