“Cassano, senza se e senza ma, sta dalla parte dei cittadini di Locri, dalla parte di Mons. Oliva, di don Luigi Ciotti, dell’associazione Libera contro tutte le mafie e di quanti si battono per il riscatto, il rinnovamento, la legalità e contro la ‘ndrangheta, ogni forma di criminalità e di violenza. Siamo vicini a don Ciotti per il vile atto subito chiaramente di matrice intimidatoria e lo esortiamo ad andare sempre e comunque avanti. Don Luigi ha fatto della sua vita una missione di evangelizzazione contro il malaffare e la sta portando avanti con tutto il cuore e tutta l’anima. Così come hanno fatto, prima di lui, nel corso della storia per don Pino Puglisi e don Peppe Diana che hanno pagato il prezzo della contrapposizione alla camorra e alla mafia con la loro vita”. L’Amministrazione comunale e la città di Cassano all’Ionio hanno partecipato in massa alla manifestazione di ieri a Locri in ricordo di tutte le vittime della mafia. Tra i partecipanti, in larga parte studenti giunti da più parti, non sono mancati pensieri per il piccolo Cocò, il bambino barbaramente ucciso a Cassano insieme al nonno e ad una giovane donna.
“La data del 21 marzo – si legge in una nota diffusa dall’Amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Papasso – non cade a caso. È il giorno del risveglio della vita, del passaggio dal gelo dell’inverno al tepore della primavera. Lo stesso tepore che deve far nascere nelle coscienze di noi amministratori in primo luogo e poi nei cittadini il ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, rinnovando in nome e per conto di quelle vittime l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata. È un nostro dovere di amministratori. A loro lo dobbiamo! È la giornata della memoria, del ricordo. Ma è soprattutto la giornata dell’impegno affinché questa piaga venga combattuta e finalmente debellata.
Fare memoria senza un impegno concreto significa solo celebrare. E di celebrazioni che finiscono in bolle di sapone non ne abbiamo più bisogno. Per dirla con le parole del Giudice Paolo Borsellino “La lotta alla mafia (primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Come amministratori e come uomini siamo impegnati a far fiorire quelle realtà positive, che ci sono e sono tante, che si impegnano per produrre la speranza.
Il nostro impegno è costante e continuo a contrastare la mafia e ogni forma di violenza e devianza che da essa può derivare e si può insidiare in un tessuto sociale. Cassano, in questa occasione, come ogni volta che è chiamata a dire No ad ogni forma di violenza, dimostra di voler essere al fianco dei deboli e delle Stato combattendo in prima linea contro i soprusi e contro l’illegalità. Mi auguro – evidenzia il sindaco Papasso – che questa giornata del 21 marzo possa essere la primavera del riscatto e della riscossa per i più deboli, per poter combattere e trovare una soluzione per debellare la ‘ndrangheta riuscendo a garantire l’affermazione della legalità e dello Stato. Ora che torneremo nelle nostre case, al nostro lavori, presso le nostre famiglie, e noi amministratori torneremo nei Palazzi comunali avremo sulle spalle il peso delle parole di don Ciotti, dei nomi letti qui oggi delle vittime innocenti di mafia. Avremo la responsabilità di far credere che non siano morti invano…Bisogna sottolineare – conclude Papasso – non solo simbolicamente, che per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile, che faccia del «noi» non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze”.