Solidarietà al consigliere Angelo Caravetta per l’iniziativa intrapresa di presentare, insieme ad altri, ricorso al Tar Calabria contro il referendum per la fusione tra i comuni di Corigliano e Rossano, viene espressa in una nota dall’ex assessore al bilancio, Enzo Siinardi. “Caravetta – afferma Siinardi – è uno dei consiglieri che conosco meno ma, bisogna ammettere, che se non altro ci sta mettendo la faccia e, finalmente, ha tolto di mezzo lo spesso velo d’ipocrisia che da sempre circondava l’argomento tra i banchi dei consiglieri di maggioranza. Diciamoci la verità, una parte dei consiglieri geraciani l’idea di fare diventare Corigliano una contrada di Rossano non riesce proprio a digerirla. Il problema è che tale fusione venne votata in consiglio comunale come “ordine di scuderia” ma né Geraci né, tantomeno, i consiglieri di maggioranza per nulla convinti della fusione si sarebbero mai aspettati tutta questa fretta da parte di Rossano. Bisognerebbe spiegare previamente ai cittadini coriglianesi il modo in cui si andrà a votare, ovvero i “trucchetti tecnici del referendum” che i soggetti/comitati a favore della fusione, ovviamente, ben si guardano dal comunicarvi. Il primo: la fusione sarà “irreversibile”. Comunque vadano le cose successivamente ad una ipotetica vittoria del “sì”, non si potrà più tornare indietro. Per nessun motivo e nessuna ragione. Tenetelo bene a mente perché poi si potrà solo piangere sul latte versato; Il referendum è “consultivo” e, quindi, non ha alcun valore vincolante. Ovvero, qualora vincesse il “sì” l’amministrazione comunale potrebbe decidere comunque di non procedere alla fusione o, al contrario, se vincesse il “no” potrebbe fondersi ugualmente. Il referendum consultivo è talmente privo di senso (visto che non vincola legalmente chi ci governa in alcun modo) che a livello nazionale ne è stato fatto uno solo, nel 1989; Il referendum non prevede il “quorum”, ovvero che si rechi al voto almeno una percentuale minima degli aventi diritto, ai fini della validità dello stesso. Ciò significa che se il 22 ottobre dovessero andare a votare anche solo 10 persone delle quali 6 a favore del “sì”, allora queste sole 6 persone finirebbero per vincolare un intero territorio di 80 mila abitanti. E’ per questo che, il prossimo 22 ottobre, chi è per il “no” deve recarsi comunque a votare per fare “pesare” maggiormente la sua volontà; Ma la caratteristica più grave, e che tutti vi tacciono, è che ai fini della vittoria dei “sì” e dei “no” non conteranno le volontà espresse dalle singole città ma verrà considerata la maggioranza dell’intero bacino d’utenza. Esempio: mettiamo che a Rossano vinca il “sì” con 100 voti, con il “no” piazzato a 70, e che a Corigliano vinca invece il “no” con gli stessi 100 voti ma con il “sì” piazzato ad 80, allora si considererebbe il totale dei voti del bacino e quindi vincerebbe il “sì” per 180 a 170”.