Editoriale. Trasporti, Corigliano Rossano fuori dalla rete TEN

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Con il Lotto 3° così deciso, Corigliano Rossano resta fuori, per i prossimi cinquanta anni, dalla rete TEN dei trasporti europei della Regione Calabria, pagando un prezzo gravoso, di spoliazione, sia ambientale sia di sviluppo economico, per il gioco vincendovele delle città di Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, affinché nulla cambi.
ANAS e la programmazione regionale non prendono cognizione di causa che esiste a pochi chilometri dal bivio di Firmo l’area Retro Porto di Cantinella a ieri individuato come essere nodo strategico del nostro sviluppo e di quello dell’intera Provincia cosentina.
Questione questa delle infrastrutture, non sufficientemente considerata nel Piano Provinciale, che come sempre affermato è di segno contrario al nostro interesse e retrogrado.
Tuttora non prendono in considerazione che esiste una Citta in progress di 80.000 abitanti e non più la subalternità politica delle due ex Comunità, rotta grazie alla Legge Graziano e al Comitato 100 Associazioni, attraverso il Referendum.
Per tanta svista si ringrazia il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica con la Delibera 10 agosto 2016: << … – che, in particolare, lo svincolo di Sibari, che collega la SS 106 Jonica con l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria a Firmo mediante la SS 534 (Megalotto 4), progettato originariamente in modo da interconnettersi con il Megalotto 8 (tratto Mandatoriccio-Sibari), è stato adattato al nuovo quadro programmatico secondo cui, in sostituzione del Megalotto 8, è prevista la messa in sicurezza del tracciato storico della SS 106 con interventi di adeguamento in sede; – che il semi-svincolo di Trebisacce, che rende funzionale il 1° lotto, collega l’infrastruttura a est con il Comune di Trebisacce e a ovest con la viabilità esistente, e consente le manovre in immissione in direzione Reggio Calabria e in uscita in direzione Taranto; … >>.

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Non di meno, questo deliberato CIPE, muta strutturalmente il Progetto Megalotto Ta-RC, divenendo la restante parte incompiuta, da Sibari a Crotone, una sub messa in sicurezza repressiva e non funzionale, basata su pericolose mini rotonde urbane e autovelox, chiamata “Contratto di Programma”. Così come taglia fuori oltre noi, il Porto di Crotone e la stessa Crotone.

E’ necessario ricordarci che i cittadini si sono espressi con il referendum non per una banale, rancorosa, unione amministrativa ma per la costruzione di una Città capace di attuare una riorganizzazione urbana partecipata del territorio, con i suoi sette municipi d’area, oltre che a favore dell’impegno assunto di agire per invertire i dati macroeconomici che la crisi economica ci sta imponendo. Compreso l’impegno ad attivare ogni politica e azione contro l’isolamento in cui la Regione ci ha cacciato e subordinato sul piano locale nei vari aspetti infrastrutturali, culturali, istituzionali e produttivi.

A tutto ciò risponde assunta nella sua interezza e non per tratti, la Legge Giuseppe Graziano. Ricordiamoci che il Comitato, nel suo percorso, si è speso anche per fare forte la Politica Territoriale in vista della definizione delle Aree Vaste, conseguendo collettivamente con le necessarie manifestazioni di protesta la definizione del Collegio Corigliano Rossano che ha permesso l’elezione positiva di tre Deputati e un Senatore del territorio. Presto a questi si aggiungeranno i Deputati regionali.

Come può osservarsi il tracciato traverso pensato per la dorsale R.C.–TA–BA è totalmente esterno al nostro interesse, semplicemente perché persegue una politica superata dalla concretezza dei fatti.

In sintesi, Anas dichiara esplicitamente la non esistenza della nuova Città Jonica della Calabria e del Porto Corigliano Rossano comportandosi, rispetto a questo nuovo dato, esattamente come l’azienda autonoma delle Ferrovie di Stato spa, nella realizzazione della tratta per i carichi pesanti Gioia-TA-BA.

Confermandosi l’Autorità Portuale di Gioia, che ci tiene fuori dalla rete commerciale dei porti che gestisce e ci cancella dalla possibilità di realizzare qualsiasi livello di terminale intermodale per gestire il traffico merci con la piccola Jugoslavia, Corfù, Malta, Sicilia, dannosa per i nostri interessi.

Cosa fare?

Dobbiamo chiedere, immediatamente, alla Regione Calabria la presa d’atto di quanto ha partecipato a formalizzare estendo le ragioni della nostra esistenza a tutte le fasi delle programmazioni e nell’immediato, facendo sua la nostra richiesta all’ANAS, alle Ferrovie spa e al Governo, per la tutela delle aree archeologiche, la nostra inclusione nella rete TEN ferrata e carrabile, per consentire l’attuazione della nostra strategia urbana sostenibile e lo sviluppo coordinato dell’Area Vasta, imponendo la rivisitazione del progetto definitivo chiamato 3° Lotto.

Rivisitazione che dovrà vedere, nel progetto esecutivo, la conclusione del Lotto 3°, sino alle spalle, dell’area retro portuale, da individuarsi a ovest di Cantinella, in grado di fare da snodo con gli altri tre tracciati che lì convergono, già individuati nel tempo dall’Anas stessa.

Di questi, uno riguarda la strada “impantanata” Sibari-Sila; la seconda il braccio Cantinella–Ferramonti per l’autostrada Salerno Reggio Calabria; la terza proprio l’asse del Lotto della 106 che ci riguarda immediatamente, Cantinella – Mandatoriccio che con la Delibera CIPE 10 Agosto 2016, si vuole eliminare, con il restante tronco, buttandoci l’osso della manutenzione e delle rotonde, di cui si è già detto.

Nulla centra questa manutenzione con il nostro diritto ad avere un’asse a 110 km/h con quattro corsie, a garanzia delle nostre relazioni e del nostro sviluppo.

Dobbiamo chiedere e assolutamente pretendere, che il tratto che ci riguarda, individuato dall’ANAS sia realizzato, creando sul territorio le alleanze necessarie.

Parimenti il Progetto Urbano della nuova Città, a partire dalla progettazione della Cittadella, ne dovrà tenere conto come dato di fatto.

Cosimo Montera

architetto

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