«Il ragazzo che è morto alle 23,35 di ieri sera dopo essere stato investito – dichiara Fabio Pugliese presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” – è uno dei tantissimi extracomunitari che vivono nella piana di Sibari in condizione di sfruttamento. Lavorano per dieci e più ore al giorno (fino a quando c’è luce), per pochi ero l’ora e ritornano a casa quando è buio. Solo allora si dirigono a piedi o in bici nel posto più vicino dove poter fare la spesa».
«Negli anni scorsi con la Diocesi di Rossano – Cariati – continua Pugliese – abbiamo avuto modo di distribuire per diverse sere molte pettorine catarifrangenti a tanti extracomunitari incontrati. Io personalmente, ho partecipato per più di una sera a questa bellissima iniziativa che mi ha permesso di capire la realtà di questo fenomeno e le condizioni in cui vivono queste persone».
«Tutti sanno – afferma Pugliese – che di sera è facile incontrarli. Tutti conoscono il pericolo. Pochi percorrono la S.S.106, soprattutto in quel tratto a tarda sera prima di cena, rispettando le regole: basta andare in una sera qualsiasi per vedere la velocità di certe auto. È triste, infine, apprendere che chi lo ha investito non l’ho ha soccorso ma, ancora più triste, è leggere molti commenti sui social che spiegano meglio dell’Istat perché la Calabria non solo è la regione più povera d’Europa ma anche la meno colta».
«La Calabria – conclude Pugliese – non cambierà mai fino a quando non riuscirà ad elevarsi sul piano culturale uniformandosi alle altre regioni italiane ed europee. Spero che ciò possa avvenire prima o poi ed esprimo a nome dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” il più sincero e profondo cordoglio ai Familiari del ragazzo morto ed, insieme, la speranza che le forze dell’ordine possano al più presto rintracciare il fuggitivo responsabile di questo omicidio stradale».
Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”
(comunicato stampa)