di MATTEO LAURIA
Ad oggi, si registra un via vai da e per Castrovillari tra avvocati, testi, professionisti, guardie carcerarie, forze dell’ordine, dipendenti dell’amministrazione giudiziaria, etc. etc. etc., il cui ammontare dei costi supererà di gran lunga la volontà del legislatore di accorpare per rendere efficiente il sistema Giustizia (cause fissate al 2018 e spazi ristretti) e di ridurre le spese. L’obiettivo non è stato raggiunto né in una direzione né nell’altra. A Castrovillari, al fine di trovare una soluzione alla maxiutenza che giunge dallo Jonio, si sta pensando di riadattare il vecchio tribunale. L’ufficio Unep presenta problemi di carattere persino igienico-sanitario. Opportunamente, il presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti ha chiesto di utilizzare la mastodontica aula destinata agli avvocati per le udienze penali. Poi c’è il problema della mobilità pubblica, praticamente assente. Eccezion fatta per un’azienda di autolinee privata che garantisce il servizio con due corse al mattino (all’alba) e altrettante al pomeriggio, di cui usufruiscono il personale dell’amministrazione giudiziaria e gli studenti. Su tutto, l’aspetto più inquietante rimane la questione morale. E i silenzi dello Stato rispetto alla chiusura del presidio giudiziario. Manca al momento una motivazione formale plausibile che giustifichi la soppressione del presidio. Sul punto, sono partite interrogazioni parlamentari che chiedono chiarimenti sull’ipotesi di carte false e sulla istituzione di una commissione d’inchiesta come atto di trasparenza. Il Ministro della Giustizia tace. E con lui il Governo. A fronte di tutto ciò, non si può rimanere inermi.
Ne va di mezzo la vita delle persone e la dignità di un territorio. Ed ecco che, con grande umiltà, oggi c’è chi è disposto a scendere in strada con orgoglio al fine di battersi nell’interesse di tutti, e non di una sola categoria (avvocati), come scioccamente si vuol lasciar intendere. La marcia su Roma deve chiamare ognuno alle proprie responsabilità. La cultura della delega o degli impoltronati non porta a nulla. È il recente passato che lo dice, non siamo noi. Sono i risultati che parlano. Oggi è l’occasione giusta per dare concretezza alle parole. Lo diciamo ai candidati a sindaco della città di Rossano che sono tanti, lo diciamo ai sindaci del territorio che non perdono occasione per sottolineare il loro impegno nella vertenza in atto. Nei prossimi giorni, gli organizzatori fisseranno una data per formalizzare l’iniziativa. Potranno parteciparvi solo chi ha intenzioni serie di protesta, niente proposte di mediazioni e/o diplomazia nel tentare di trovare soluzioni politiche alternative, risultate vane almeno fino a questo momento.