L’epidemia globale di coronavirus introduce nuove riflessioni sulla condizione e sul protagonismo della donna nella società globalizzata.
Il rischio di contagio limiterà solo la forma non certo la sostanza di questo 8 Marzo che ripropone l’antico tema della condizione femminile in una Calabria dove violenza e gender gap caratterizzano una società prevalentemente maschilista.
Una condizione aggravata dal clima di paura che complice un’informazione distorta, amplificata a dismisura dai new media, limita la razionalità dei nostri comportamenti.
In sintonia con il recente provvedimento governativo, finalizzato a limitare la diffusione del contagio, la società ha bisogno dell’universo femminile e del suo naturale senso di protezione nei confronti di tutti i componenti di un nucleo familiare: bambini, adolescenti e anziani in particolare.
Il ruolo della donna calabrese diventa un importante strumento di coesione soprattutto in territori alle prese con la precarietà dei servizi socio-sanitari.
Occorre rimanere vigili per consentire alle lavoratrici di non rimanere danneggiate, ad esempio, nell’applicazione delle misure economiche varate dal governo a sostegno delle famiglie che fino al mese di Aprile, con la chiusura delle scuole, avranno il problema della presenza dei figli in casa.
La carenza di strutture sanitarie pubbliche pone le nostre corregionali di fronte a tanti mali atavici di questa terra: che pesano come macigni sullo status di cittadine e lavoratrici. Nel primo caso costrette a fare i conti con le carenze infrastrutturali e con episodi di malasanità; nel secondo, invece, ad assistere impotenti all’ umiliante condizione di migliaia di donne medico e/o infermiere che per trovare un’occupazione sono costrette a emigrare.
La Calabria, purtroppo, rimane ancorata al passato: ad un grave problema che se avviato a soluzione contribuirebbe all’aumento della qualità dell’assistenza sanitaria in una terra che continua a indossare la maglia nera dell’Unione Europea.
Anni di commissariamento, di scandali hanno impedito di eliminare il gap sanitario tra la Calabria e il resto del paese. Anche l’8 Marzo 2020, l’intero paese deve fare i conti con uno scenario di violenza: l’aumento dei femminicidi, le brutalità fisiche e verbali, gli atteggiamenti sessisti sul luogo di lavoro, la disparità di trattamento economico rispetto ai lavoratori uomini.
Il coordinamento Regionale Donne Cisl, poi, lancia un appello al nuovo consiglio regionale, che si insedierà nelle prossime ore, per il varo della legge sulla preferenza di genere. In tal senso, un appello particolare lo rivolgiamo alla Presidente della giunta, on. Jole Santelli, prima donna chiamata dell’elettorato a ricoprire tale carica.
Coordinatrice Regionale Donne, giovani e immigrati
Cisl Calabria