Nel frattempo, dalle notizie che giungono in queste ore, aumentano i casi positivi riscontrati in città. Ciò non deve allarmare, rientra nei dati preventivabili per una città di 80mila abitanti. Nel manifestare vicinanza umana ai contagiati, colgo l’occasione per ribadire che occorre da un lato un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti a non pensare che il virus possa essere cosa d’altri e, soprattutto, che il pericolo è sempre dietro l’angolo. Quindi nessuna leggerezza è ammessa! Allo stesso tempo dovremmo evitare di trattare le persone contagiate come degli appestati. Chi cade nel Covid – 19 entra in un tunnel da cui non sa se ne esce vivo. Immaginiamo la condizione psicologica propria, dei familiari e di quanti magari sono entrati in contatto con il paziente Covid. Mettiamo da parte, seppure comprensibile la reazione di pancia, la caccia all’untore tanto disumana quanto inutile e pensiamo ad osservare le regole. Chi sbaglia, d’altronde, paga un prezzo alto in prima persona, anche se responsabile di rendersi vettore di ulteriori eventuali contagi. Quel che è importante è l’approccio culturale. Sia gli esperti sia gli eventi evolutivi della Cina, dicono che l’unico antidoto al momento è quello di arrestare il contagio restando a casa.
Occorre tuttavia, in via preventiva, organizzarsi sul fronte della sanità: i poli Covid vanno centralizzati nei capoluoghi di provincia sedi di HUB, laddove vi è una solida predisposizione di risorse umane (rianimatori-anestesisti, etc etc), strumentali e diagnostiche adeguate a fronteggiare l’emergenza. Gli spoke possono ospitare i pazienti ordinari provenienti dagli HUB. Così facendo, si riducono i costi, si limitano i contagi, si raggiungono livelli di efficienza.
Matteo Lauria – Direttore I&C