A Crosia la seconda tappa de “La vita in Cattedra”

Di SAMANTHA TARANTINO
gioacchino-criacoQuando si nasce ad Africo, considerato il paese peggiore non solo della Calabria ma dell’intera Nazione, non è per niente facile dimostrare che è possibile il cambiamento».
E in queste parole che Gioacchino Criaco, autore del romanzo Anime nere che ha ispirato l’omonimo film a Francesco Munzi, asso pigliatutto di ben nove David di Donatello e altri riconoscimenti anche all’estero, racchiude il senso del suo andare in giro in Calabria per parlare ai giovani ‒ e far capire loro che solo attraverso la forza, la caparbietà e la voglia di credere nel proprio talento si può imboccare il percorso giusto.
E su testimonianze coraggiose si basa il progetto “La Vita in Cattedra” elaborato dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali della Diocesi di Rossano-Cariati, su suggerimento dell’Arcivescovo mons. Giuseppe Satriano, che con la seconda tappa a Mirto, dopo Schiavonea, vuole ridare “speranza di cuore” e affrontare le sfide che la società di oggi ci pone.
«Ben lieto di essere a Mirto, sia per un legame profondamente affettivo con un caro amico d’infanzia, sia per promuovere tali iniziative ‒ continua Criaco ‒. Il tema della legalità è il fulcro del progetto.
Far parlare la vita facendola salire in cattedra e incontrare le realtà che ci appartengono con testimonianze di riscatto e rinascita.
Così com’è l’esempio di Rocco Mangiardi, ospite nella tappa di Schiavonea del 29 gennaio, che nel suo dire “no” al pizzo, a cui era stato obbligato per mandare avanti la sua attività commerciale di Lamezia Terme, c’è tutta la voglia di reagire denunciando, perché, come afferma, «il nostro dito puntato in tribunale è più potente delle loro pistole».
Nell’incontro di Mirto, sono stati presenti anche Gianni Novello, collaboratore della Fraternità di Romena, in provincia di Arezzo, e Marcella Reni, presidente di “Prison Fellowship Italia Onlus”, organizzazione che si occupa di detenuti, ex detenuti e dei loro familiari.
E, in effetti, l’Azione Cattolica diocesana porta avanti un progetto con la casa circondariale di Rossano per crescere insieme e cercare di dare responsabilità a quelle vite oltraggiate dal male. E testimoniare la Verità del Vangelo porta ad essere “credenti credibili”, il perno intorno al quale ruota “La Vita in Cattedra”.
Per Gioacchino Criaco, scrivere è stato un modo per allontanarsi da quell’anima nera che tiene imprigionati, lui che è figlio di una famiglia di anime nere di un paese dell’Aspromonte.
«Io sono nato con quei giovani che hanno fatto una scelta, che non è frutto della genetica, ma di una mancanza di opportunità di questo territorio.
Sono le condizioni che si costruiscono attorno che portano a queste scelte.
Le anime nere sono i figli di quei pastori che vanno in contrasto con la ’ndrangheta, ma facendo ciò si armano, diventando criminali a loro volta e sbagliando.
Ed è proprio la funzione dell’organizzazione criminale, che sa di provocare un percorso di ribellismo, a vanificare la bontà dell’atto stesso».
Sul finire degli anni ’80, erano in molti a chiedersi se rimanere in Calabria, soprattutto quelli che si trovavano nelle realtà più difficili, o andarsene.
Chi scelse di rimanere lo fece armandosi. Questi ragazzi sono raccontati nel suo romanzo di vita, quello che permise l’incontro con Francesco Munzi, il regista che credette nelle sue potenzialità.
«Conoscevo già Munzi per altri suoi lavori e so come opera, ‒ continua Criaco. Nel film Anime Nere, ha dato il meglio di sé, mostrando tanta serietà e cura maniacale nell’affrontare un impegno del genere.
Raccontare con verità la Locride, parlando di ciò che succede quotidianamente, è servito a fare opera di redenzione della stessa realtà. Raccontare il bene producendo qualità, perché è stata la stessa Locride che ha voluto parlare di sé, partecipando alla vita, migliorandola».
Del resto, non c’è da meravigliarsi, visto che, alla presentazione del libro tenutasi nella villa comunale di Africo, c’era il paese intero. Qualcosa vorrà dire.
Eppure c’è chi vuole che si cambi tutto affinché non cambi nulla. È quella classe politica che vuole che la Calabria e i calabresi restino immobili.
E mentre si attende l’appuntamento dell’8 aprile, terza tappa a Rossano de “La Vita in Cattedra”, che vedrà l’intervento di Arcangelo Badolati e di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, in cui sarà inserito un concorso artistico-letterario intitolato a Lea Garofalo, Gioacchino Criaco ‒ che sta promuovendo la sua ultima fatica Il saltozoppo, edita da Feltrinelli, in cui protagonista è l’universo femminile e il cambiamento possibile attraverso le donne ‒ sull’idea di una serie televisiva dal titolo Anime Nere, dice entusiasta: «Ci stiamo lavorando seriamente perché sulla nostra terra c’è ancora molto da raccontare.
E poi girare una serie televisiva in questi luoghi vuol dire creare opportunità lavorative per lungo tempo, e si sa cosa ciò rappresenti dalle nostre parti».
E da quell’anima nera che imprigiona, arriva il riscatto della nostra Regione, la mia Calabria, come la chiama Criaco.
Il cambiamento è possibile.
«La vita va vissuta non da turisti, ma abitandola e lasciandoci abitare da essa» (Rocco Mangiardi).

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