È quanto fa sapere il Presidente del Gruppo UDC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, nonché componente della Commissione regionale Sanità, facendo il punto sull’incontro avuto di recente con il prefetto Longo a Catanzaro per far luce sulla vicenda che interessa i sette ospedali soppressi della provincia di Cosenza per effetto del Piano di rientro dal debito sanitario.
«Il 2021 vedrà riaccendersi la luce in tutti i reparti, oggi chiusi, dell’ospedale di Cariati? Questa è la speranza – aggiunge Graziano – ed è l’auspicio per un territorio come il basso Jonio cosentino e l’alto crotonese che da oltre dieci anni è stato privato del diritto alla salute, determinando, di fatto, un depauperamento generale dell’intero apparato dei servizi».
«Sono fiducioso – precisa – perché da rappresentante delle istituzioni non posso che dare valore alle parole di un uomo dello Stato che oggi ha in mano le redini del comparto sanitario calabrese. Con il prefetto Longo ci siamo incontrati nei giorni scorsi e, soprattutto sulla vicenda del “Cosentino”, aveva le idee chiare sul da farsi. Prossimamente effettueremo insieme un sopralluogo nel presidio e da lì si spera di poter avere un cronoprogramma per la riapertura. Quel che emerge di importante da questa vicenda è che a Roma sono consapevoli della gravissima criticità sanitaria che vive il territorio. E questo grazie ai continui stimoli che sono arrivati dai cittadini. Non è un caso che proprio il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, abbia preso a cuore la vertenza dell’ospedale di Cariati a seguito delle passate riunioni durante le quali sono state messe sul tavolo realtà e verità oggettive difronte alle quali un rappresentante del governo non può girarsi dall’altra parte».
«Inoltre – aggiunge Graziano – c’è una proposta di Legge regionale sulla riforma del sistema sanitario, che ho presentato nell’agosto scorso e che ho illustrato allo stesso Sileri, che dà forza ad un programma di riapertura degli ospedali chiusi. Insomma, la volontà c’è tutta. E, oggi, grazie anche alle battaglie civili portate avanti dai comitati civici, dall’associazione Uniti nella Speranza e Le Lampare, che da quasi due mesi presidiano pacificamente il nosocomio “Cosentino”, questa volontà si sta tramutando in necessità. Pertanto, è giusto sperare ma senza abbassare la guardia. La grande questione sanitaria calabrese coniugata all’esigenza di riportare la sanità nei territori che sono stati privati di ospedali e presidi, non può essere risolta a parole. Servono i fatti concreti e immediati» (Comunicato stampa).
Una risposta
Bisognerebbe chiedergli dov’era lui quando Scopellitti chiudeva gli ospedali e continuava a fare debiti, oppure dov’è ora che la regione permette alle Asl di non fare il bilancio. Questa è la politica Calabrese, mettersi in mostra e non fare un Cazzo affinché le cose funzionino.