Agrisolare, non serve un tetto. D’Agostino (Omnia é): «Basta un contatore per ridurre costi pompe sommerse»

ZUMPANO. Un tetto sul quale installare i pannelli fotovoltaici. Se solo un anno fa per un’azienda agroalimentare era motivo di rinuncia alla partecipazione al bando Agrisolare, ora non lo è più. Serve sì, sempre un tetto, ma il fabbisogno energetico per uso agricolo può essere spalmato su più utenze. Come nel caso di chi, per esempio, ha una copertura sul frantoio che si trova a Spezzano Albanese ma ne è sprovvisto con l’uliveto che si trova a Cariati; o chi ha un aranceto nella piana di Sibari ed un capannone destinato alla trasformazione, in un altro comune ancora. Con le novità introdotte dalla nuova versione, le aziende agroalimentari (sia produttive che di trasformazione) che sono la stragrande maggioranza sul territorio regionale, hanno un’opportunità preziosissima di poter beneficiare degli incentivi previsti.

Altissima redditività. Sostenibilità ambientale. Super vantaggioso dal punto di vista economico. Maggiore competitività per tutto il sistema economico regionale e per la sua biodiversità che è tra le più alte d’Europa e che insieme ad innovazione ed approccio green può diventare oggi la via d’uscita che non c’era prima. Per Vincenzo D’Agostino, Amministratore Delegato di Omnia é, dal 2002 prima società di servizi energetici (ESCo) nel Sud Italia, con una consolidata esperienza e competenza nell’installazione di impianti fotovoltaici, può essere sintetizzata così l’opportunità straordinaria per l’economia agricola calabrese dei prossimi anni.

Prendiamo il caso – spiega D’Agostino – di tutte quelle colture che hanno le pompe sommerse: non c’è un tetto che custodisce un contatore. Il Parco Agrisolare consente ora di accentrare la sommatoria di tutte le utenze anche se il contatore non si trova fisicamente in quella campagna o in quell’appezzamento di terreno e di ottenere così una potenza superiore del fabbisogno.

Il bando PARCO AGRISOLARE, finanziato nell’ambito degli interventi del PNRR, permette la realizzazione di impianti fotovoltaici con una spesa massima di 2.300.000,00 euro ed è destinato agli imprenditori agricoli, attivi nella produzione o nella trasformazione dei prodotti agricoli, alle imprese agroindustriali, alle cooperative agricole e alle imprese della ricezione ed ospitalità nell’ambito dell’attività agrituristica e con un contributo a fondo perduto fino all’80% dei costi.

Pubblicato sul sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, questo secondo Bando Agrisolare, rispetto a quello 2022 prevede un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Fino al 2026 le risorse a disposizione ammontano a 1.500 milioni di euro.

Le domande dovranno essere presentate tramite Piattaforma informatica del GSE, a partire dalle ore 12 del 12 settembre 2023 e fino alle ore 12 del 12 ottobre 2023. Tra le importanti novità previste vi è un raddoppio della potenza di picco massima installabile che passa da 500 a 1000 kWp ed un raddoppio della spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo e ricarica che passa da 50 mila a 100 mila euro.

Sono soggetti a finanziamento i progetti che prevedono l’acquisto e la posa in opera di pannelli fotovoltaici sulle coperture di fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari, compresi quelli destinati alla ricezione ed ospitalità nell’ambito dell’attività agrituristica. I beneficiari sono le imprese del settore della produzione agricola primaria con l’obiettivo di soddisfare il proprio autoconsumo; quelle della trasformazione di prodotti agricoli, della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli e della produzione agricola primaria, senza il vincolo dell’autoconsumo.

Comunicato stampa

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