Allarme autismo, Epas: «Famiglie purtroppo lasciate sole. Coinvolgere pediatri e monitorare sviluppi»

CORIGLIANO ROSSANO. Individuare i disturbi dello spettro autistico e mettere subito a disposizione delle famiglie gli strumenti necessari ad una corretta integrazione. Sono, queste, le priorità che la politica deve affrontare oggi per venire incontro alle esigenze di tutti quei cittadini che si trovano ad affrontare il mondo dell’autismo e più in generale tutte le patologie di natura neurologica. Servono soluzioni drastiche.

È quanto dichiara Mario Smurra, presidente nazionale dell’Ente di Patronato e di Assistenza Sociale (EPAS) e vice segretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltura (FNA) nonché vicepresidente dell’associazione Gocce nel deserto, fiducioso per il lavoro che in questi mesi sta svolgendo la presidente della Terza Commissione regionale Sanità e Attività sociali, Pasqualina Straface, relatrice della legge che nei mesi scorsi ha istituito per la prima volta in Calabria l’Osservatorio per giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico.

Insieme ad altre associazioni del terzo settore – annuncia – stiamo lavorando per promuovere un evento di sensibilizzazione ad hoc già nei primi mesi del 2024.

I dati epidemiologici – sottolinea – spaventano e restituiscono ogni anno di più dati allarmanti. Attraverso uno studio commissionato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo 2023, l’agenzia americana Centers for Disease Control and Prevention stima che in Italia 1 bambino su 77 oggi rientra nei criteri di una diagnosi di autismo. Ed il numero – scandisce – è in crescendo ogni anno.

Occorre subito individuare le cause – prosegue il vicepresidente nazionale di FNA – e per farlo serve che le istituzioni coinvolgano di più e meglio i medici, soprattutto i pediatri, per monitorare l’evolversi del fenomeno e offrano sempre maggiori e più capillari servizi soprattutto alle famiglie che non hanno strumenti per riconoscere la patologia, diagnosticarla e le opportune occasioni per una sana integrazione sociali. È in atto un altro dramma – ricorda – generato dalla lentezza burocratica e dalla crisi economica incessante e riguarda i tempi d’attesa lunghissimi per le diagnosi e i costi elevati per accedere alle terapie. Di fronte a questa situazione molte famiglie rinunciano a individuare il problema neurologico che, di fatto, poi degenera in condizioni critiche e spesso allarmanti. Occorrono – conclude Smurra – strutture specializzate e professionisti qualificati per dare risposte all’utenza e arginare quello che, di fatto, è un problema sociale.

Comunicato stampa

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