Baker Hughes, l’assenza di pianificazione urbanistica non consente il parere di conformità

CORIGLIANO ROSSANO. La proposta di Nuovo Pignone Srl di realizzare un insediamento di carattere industriale nel porto di Corigliano-Rossano continua ad avere grande attenzione da parte della comunità, sia per ciò che riguarda le potenziali ricadute occupazionali, sia per quanto riguarda eventuali interferenze ambientali.

L’Amministrazione Comunale ha fin dall’inizio espresso interesse per la proposta, senza preclusioni, esprimendo però nei confronti della Autorità di Sistema Portuale l’inderogabile esigenza di attivare, in tale occasione, finalmente una pianificazione generale sul Porto, un piano di rilancio complessivo ed una svolta concreta rispetto agli investimenti programmati da tempo, con particolare riferimento alla banchina crocieristica, agli interventi in favore della marineria, alla nautica di diporto.

Come è noto, l’Amministrazione Comunale, in fase di Conferenza dei Servizi ha espresso un dissenso di carattere tecnico-amministrativo rispetto al progetto, per più ordini di ragioni.

Il sindaco Stasi, in occasione dell’incontro proposto dall’Autorità di Sistema proprio per la presentazione del progetto, in data 19 gennaio, ha precisato pubblicamente come la tematica sia oggetto di due percorsi distinti: uno di carattere strategico, che attiene quindi alle interlocuzioni tra Comune, Autorità di Sistema, Regione e proponente; l’altro di carattere tecnico.

Sul piano strategico, l’impegno assunto dal Presidente della Regione, nel corso di una riunione apposita alla presenza dei sindacati confederali, di convocare un tavolo specifico per discutere e sbloccare gli investimenti nel nostro Porto e realizzare le opere necessarie ed attese, è stato certamente importante e soddisfacente.

Sul piano della pianificazione e del rilancio complessivo e sostenibile del Porto, il Comune ha raccolto da parte della Autorità di Sistema una disponibilità preliminare a sottoscrivere un protocollo di intesa o Accordo di Programma finalizzato a salvaguardare le vocazioni principali della infrastruttura. L’idea dell’Amministrazione è di definire tutte le altre banchine con l’esclusivo utilizzo della marineria ed a fini turistici, con servizi integrati. Questo passaggio è funzionale ad una idea di Porto che il Comune proporrà alla Autorità di Sistema in fase di redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale, che prevede una zona dedicata esclusivamente alla marineria (nella darsena interna), una zona dedicata a crocieristica ed imbarcazioni turistiche (darsena esterna) ed una nuova zona dedicata al diporto. Questo percorso di condivisione proseguirà, anche sulla base delle determinazioni che intenderà assumere la Autorità di Sistema in relazione all’investimento di Nuovo Pignone.

Sotto il profilo tecnico, invece, ad avviso degli uffici comunali sono errate le interpretazioni proposte in materia di conformità urbanistica. A differenza di quanto sostenuto, infatti, giurisprudenza consolidata certifica che un Piano Regolatore Portuale approvato prima dell’entrata in vigore della Legge 84/94, non ha effetti di conformazione del territorio e non può essere considerato ai fini della conformità urbanistica, come sancito con chiarezza dal Consiglio di Stato, sez. VI, del 28 dicembre 2020, n. 8356. Il Piano Regolatore Portuale, nel nostro caso, è uno strumento del 1971, che verosimilmente rappresenta una variante dei lavori di realizzazione del Porto stesso, per altro non totalmente attuata in quanto prevede tre darsene e non due.

A partire dalla entrata in vigore della Legge 84 del 1994, le Autorità portuali, oggi autorità di sistema, avevano l’obbligo di redigere il Piano Regolatore Portuale, contemperando gli interessi territoriali e gli interessi strategici di carattere nazionale. Nonostante siano passati 30 anni, l’Autorità Portuale non ha ancora inteso dotare il nostro porto di un Piano Regolatore, quindi di una pianificazione urbanistica che ne indirizzi lo sviluppo.

In questo caso la giurisprudenza è chiara, come ha affermato recentemente anche il Tar Sicilia: vige il Piano Regolatore Generale, ovvero i piani comunali. Purtroppo, né l’ex Prg del Comune di Corigliano Calabro né l’adottato PSA contemplano, di fatto, l’area portuale: il primo si limita a definire una semplice destinazione (“porto”) senza alcun parametro tecnico; il secondo, essendo approntato dopo l’entrata in vigore della Legge 84/94 fa riferimento al Piano Regolatore Portuale che avrebbe dovuto essere stato realizzato.

Gli uffici comunali competenti, dunque, in tale contesto tecnico e giuridico, non hanno potuto esprimere alcun parere di merito circa la conformità urbanistica. Ovviamente si tratta di un esito, anche alla luce di una cristallina giurisprudenza in materia, che non avrebbe potuto essere oggetto di alcuna forma di discrezionalità interpretativa. Tali conclusioni sono state trasmesse alla Autorità di Sistema Portuale per eventuali ed ulteriori determinazioni. A prescindere dall’investimento oggetto della procedura in essere, resta grave e profondamente penalizzante per la città e l’intero territorio l’assenza di un Piano Regolatore Portuale che, non solo fornisca degli elementi tecnico-amministrativo trasparenti ed oggettivi, ma che definisca finalmente l’indirizzo di sviluppo del nostro Porto: una esigenza che l’Amministrazione Comunale ritiene improcrastinabile.

Comunicato stampa

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