Cade il Governo Draghi e con esso tutte le proposte di legge giacenti in Parlamento. E, tra queste, il tentativo di riaprire l’ex tribunale di Rossano all’indomani della legge approvata dal Consiglio regionale della Calabria il cui provvedimento proponeva il ripristino del presidio di giustizia jonico a costo zero per lo Stato.
La legge regionale rimane in vita, ma l’istruttoria avviata nei palazzi romani è decaduta (incardinata in commissione giustizia). La procedura era a buon punto e la pratica era pronta per transitare in aula, ma lo scioglimento anticipato ha interrotto e annullato il percorso. Su questo versante, il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Giuseppe Graziano ha già preannunziato che il futuro governo dovrà farsi carico della vicenda nella consapevolezza che la sfiducia dei cittadini sul tema ha toccato punte estreme. Da qui l’invito a evitare strumentalizzazioni sulla questione “tribunale” nel corso della campagna elettorale che da qui a poco entrerà nel vivo. La posizione del moderato coincide con l’arrivo questa mattina del presidente del tribunale di Castrovillari Massimo Lento a Corigliano Rossano che procederà formalmente a riconsegnare le chiavi dell’ex tribunale di Rossano (di proprietà del Comune) al sindaco Flavio Stasi. In queste ore monta la polemica attorno alla decisione dell’amministrazione comunale di Castrovillari di avviare le procedure per l’ampliamento dell’attuale tribunale di Castrovillari a causa della carenza di spazi. Tesi che contrasta con quanto il gruppo di lavoro del ministero della Giustizia (nel 2014) sosteneva attribuendo all’allora presidente del tribunale Caterina Chiaravalloti la tesi secondo la quale i locali del presidio del Pollino fossero persino “sovrabbondanti”. Sul punto il capogruppo Graziano, nel precisare che ogni realtà ha il diritto di avere il proprio tribunale mettendo da parte ogni forma di localismo ammette:«È evidente che in passato ci sono stati dei malfunzionamenti nelle procedure adottate. E la vicenda degli spazi è emblematica».