Campana e tutto il Basso Jonio cosentino alla marcia dei sindaci su Roma

Fine del periodo commissariale attraverso una transizione breve, cancellazione del debito sanitario regionale, maggior coinvolgimento dei sindaci nelle scelte governative in materia di sanità. Queste le richieste che in maniera forte e decisa oltre 200 sindaci calabresi hanno sottoposto al Presidente del Consiglio Conte e al Ministro della Salute Speranza nella giornata di giovedì 19 novembre. La grande mobilitazione dei primi cittadini calabresi, indetta da ANCI Calabria, ha invaso pacificamente piazza Montecitorio. Una delegazione composta dai sindaci dei capoluoghi di provincia e dal sindaco del comune di Corigliano-Rossano è stata poi ricevuta da Conte e Speranza che hanno rassicurato sull’intenzione del governo di venire incontro alle richieste. Alla manifestazione, per il comprensorio del basso jonio cosentino, erano presenti amminisratori di Campana, Cariati, Calopezzati, Bocchigliero, Cropalati, Crosia, Caloveto, Paludi, un segnale di compattezza territoriale importante.

“Questa protesta era inevitabile, non è possibile che di Calabria si possa parlare solo in termini scandalistici – ha commentato a margine della manifestazione in sindaco di Campana Agostino Chiarello –  abbiamo dimostrato all’opinione pubblica nazionale che la Calabria è fatta anche di amministratori locali che combattono da soli nei territori con i pochissimi strumenti a disposizione in loro possesso e che sono stufi di essere associati a carenze e mancanze create da altri. Abbiamo chiesto la fine del perdiodo di commissariamento e una gestione più efficace e diretta della sanità; lo dobbiamo alla nostra gente che osserva sempre più disgustata gli avvicendamenti e le cronache legate al comparto sanitario calabrese e che man mano sta perdendo fiducia nella politica. È necessario inoltre restituire il diritto alla salute ai cittadini del basso Jonio cosentino e dell’alto crotonese definendo una volta per tutte il ruolo dell’Ospedale di Cariati, unico nosocomio di prossimità per un territorio molto vasto che allo stato attuale resta inspiegabilmente chiuso nonostante l’emergenza epidemiologica e nonostante l’alto tasso di mortalità causato dalla lontananza di strutture mediche per i paesi delle aree interne della Sila Greca. Questo abbiamo chiesto al governo e questo ci aspettiamo risponda, altrimenti determineremo altre forme di protesta e di lotta per tutelare i nostri cittadini” (Comunicato stampa).

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