Cariati. A’ cantina anima la cittadella: Dove e perché la tarantella vince sul jazz, esperienza tra vini calabresi e piatti identitari

CARIATI  Se la Cittadella Fortificata Bizantina con la sua super cinta muraria e le sue iconiche otto torri letteralmente affacciate sullo Jonio è annoverata tra i 100 marcatori identitari dalla Calabria Straordinaria, l’esperimento di successo ormai ultra decennale de ‘A Cantina può essere considerata une delle più sorridenti scommesse di start up d’impresa turistico-ricettiva e giovanile, nate ed esplose sulla valorizzazione consapevole e divertente del patrimonio locale e territoriale.

MILITANZA PERMANENTE PER ENOGASTRONOMIA E MUSICHE CALABRESI
Ed è di questo spirito e di questa missione, di questo entusiasmo ancestrale e di questa visione del passato venendo dal futuro che sin dal lontano 2012 continua ad essere imbevuta, assieme ai fiumi di vino e vitigni veraci di questa terra millenaria che fu Enotria e che diede il nome all’Italia intera, la militanza permanente nel cuore del centro storico cariatese di Giovanni Filareti, della sua grande famiglia e della sua squadra, per enogastronomia, musiche, architetture e spirito dei luoghi.

È, questa, la strada maestra contro ogni deriva da copia-incolla e cibo d’importazione. È così che si vince l’oicofobia congenita dei calabresi che ti propongono di tutto ma che si vergognano delle loro origini.

ALLEGRIA CONTAGIOSA E RIGENERAZIONE DEL CENTRO STORICO
È con queste provocazioni permanenti, che esigono rispetto ed emulazione, che contagiano di allegria, che rigenerano spazi e borghi altrimenti abbandonati e che fanno girare l’economia territoriale, che si dimostra a se stessi ed al mondo che non c’è marketing senza identità, che non c’è sviluppo senza storia, che non c’è reddito locale senza preferenza per le proprie produzioni e tradizioni culinarie, che non c’è sorriso vero se non si sa stare con i piedi per terra ed a testa alta a casa propria.

DOVE SI PREFERISCE LA SARDELLA AL SALMONE, LA CICORIA ALLA RUCOLA
Armato di queste illuminazioni e sempre di calici pieni, il popolo de ‘A Cantina, baluardo straordinario della Cittadella cariatese, continua a preferire la sardella al salmone, la frittura di paranza ionica alle grigliate di pesce sudamericano o molluschi asiatici, le declinazioni contemporanee di uno dei vini più celebri della storia classica, la cicoria selvatica alla rucola imbustata nella grande distribuzione, la tarantella alla pizzica o al jazz. Punto.

365 GIORNI, TRA IL MUMAM E LA CHIESETTA SEICENTESA DE ‘U TARNU PATRU
E chi la sceglie, 365 giorni l’anno e soprattutto d’estate, risale dal borgo storico marinaro entrando dall’affascinante Porta Pia, solenne viatico nella Cittadella oppure s’inerpica dal Ponte Nuovo, un vero e proprio squarcio nell’elegante cinta muraria, sbucando tra vicoli e palazzi, sull’imponente Corso XX Settembre singolarmente lastricato di pietra lavica agli inizi del 1900. A’ Cantina è lì, a pochi metri dallo straordinario e frequentatissimo Museo civico del mare alla ricerca di identità, culture e della civiltà del lavoro (MuMAM) e difronte la caratteristica chiesetta seicentesca della Sanissima Trinità o de ‘U Tarnu Patru (L’Eterno Padre).

UN’ESPERIENZA FISICA E SPIRITUALE, TRA VINI E PIATTI DELLA MEMORIA
E sta tutta qui l’esperienza autentica, quella che vivono i visitatori che da tutto il territorio e da tutte le province calabresi scelgono di venire a Cariati, nella sua Cittadella Fortificata, per degustare vini calabresi e piatti della memoria. Perché è il turismo enogastronomico è quello che attrae, stimola, motiva e fa muovere alla ricerca di emozioni non svendibili sul mercato del cibo spazzatura. Perché il turismo esperienziale è quello che fa macinare centinaia di chilometri per godere di piaceri fisici e spirituali che nessuna adunata commerciale d’importazione potrà mai regalare.

IERI SERA (GIOVEDÌ 3) IL GAMBERO VIOLA E MARINETTO DI SERGIO ARCURI
Atmosfere e connubi identitari che restituiscono magie e sorrisi, che disvelano audacia e bellezza. Proprio come è accaduto anche ieri (giovedì 3 agosto) col matrimonio tra il celebre Gambero Viola di Cariati dipinto da Santiago Ydáñez ed il rosato Marinetto della Cantina cirotana di Sergio Arcuri.

VENERDÌ 4 E LUNEDÌ 7 SI CONTINUA CON IDENTITÀ IN MUSICA
E come si ripeterà anche questa sera, venerdì 4, con le esibizioni di Pierluigi Nigro, Ferdinando Matera e Andrea Lettieri della DFG BAND e lunedì 7 agosto con quelle de I SERI A METÀ, tribute band dell’immortale calabrese Rino Gaetano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: