Cariati. Ma quanto è erotico il gambero viola con i fichi? ‘A Cantina: Plauso a rivoluzione parco sibaritide

CARIATI  Quando vedo con iniezioni costanti di arte, teatro, musica, spettacolo ed enogastronomia di qualità, l’esplosione finalmente brillante ed attrattiva per tutto il territorio del Parco Archeologico della Sibaritide e dell’intero brand di Sybaris, uno slancio sul quale in pochi credevano ed ancora forse non ben compreso da tutti, rivedo con un pizzico di orgoglio e con tutte le necessarie differenze l’evoluzione altrettanto dinamica e senza precedenti del centro storico di Cariati che abbiamo messo in piedi, oltre un decennio fa, con l’installazione de ‘A Cantina al cuore della cittadella fortificata bizantina. Significa che tutto è possibile: soprattutto riportare anima e cervello, corpo ed energie, creatività e prospettive nei luoghi che ereditiamo, da cui veniamo e che tramanderemo migliori solo se ci crediamo, investendovi con rotture e provocazioni. Senza pianti, rimpianti e cliché d’importazione.

UN CALICE NELLA TERRA DELL’ERCOLE IMBERBE

Parola di Giovanni Filareti, deus ex machina de ‘A Cantina complimentandosi pubblicamente, per la sua visione ed il suo impegno, col direttore del Museo e del Parco sibariti Filippo Demma, invitandolo a raggiungerlo tra le otto torri sullo jonio per un calice magnogreco nella terra dell’Ercole imberbe.

 

Sono gli uomini – scandisce – che possono cambiare l’apparente destino dei luoghi e delle loro storie passate e future. E quanto sta realizzando Demma sugli scavi fino ad oggi abbandonati a se stessi del millenario impero di Sybaris, culla di lusso e piacere, dimostrano che si smette di essere periferia degli imperi semplicemente quando si smette di pensarlo.

NON C’È MARKETING SENZA IDENTITÀ E HASTA LA CICORIA SIEMPRE

Ed è con questo spirito che anche questa sera, un normalissimo martedì 22 agosto, mentre da qualche parte iniziano ad abbassarsi le serrande del copia-e-incolla e di anonime piazze piene scambiate per successi rivoluzionari, qui a pochi metri dall’ingresso medioevale in un borgo che emoziona da secoli intatto, dimostreremo quanto è fico e pure erotico con i fichi il gambero viola di Cariati e di Gallipoli; sì quel gambero veramente nostro perché diverso dagli altri, perché pescato soltanto nel nostro Golfo magnogreco di Taranto, che quindi non teme confronti né qualitativi né commerciali perché non può essere attribuito ad altri mari e territori. Perché non c’è marketing senza identità e hasta la cicoria siempre.

IL TEOREMA DELLA FRITTATA NEL CUORE DELLE OTTO TORRI 

Fichi, gamberi e tanta tanta musica di qualità per ballare tarantelle (quelle calabresi!) fino a notte fonda nel triangolo  pitagorico sul quale continuiamo a scrivere il teorema delle nostre frittate (quelle che si fanno rompendo le uova), un perimetro magico ed esperienziale, quello tra Porta Pia, il bel Museo civico del mare alla ricerca di identità, culture e della civiltà del lavoro (MuMAM), la caratteristica chiesetta seicentesca della Sanissima Trinità o de ‘U Tarnu Patru (L’Eterno Padre) e L’Antico Baule che da deposito di bare in un’epoca in cui solo per i defunti c’erano cortei in queste vie è diventato oggi una delle più frequentate ed apprezzate finestre sull’artigianato locale. Ecco le vere rivoluzioni – chiosa Filareti! – proprio come quella che sta andando di scena sui resti di Sybaris.

CON EMILIO SPATARO PER IRONIZZARE SULLA CALABRIA ORDINARIA  

Stasera (martedì 22 agosto) si ballerà con il cantautore calabrese Emilio Spataro, che con le sue parole ironizza come noi sulle cose che non funzionano di questa terra che non è straordinaria per tutto ciò che hanno pure gli altri. Ma lo è, al contrario, per tutto ciò che gli altri non hanno. – La satira è il forte di Spataro che vanta 30 brani in tre CD. Quattro dei suoi brani sono nel film di Luca Lucini Io e mio fratello per tre settimane primo in classifica su Prime. Ha collaborazioni musicali con il grande Roberto Ciotti, Mimmo Epifani, Gaben Dabirè, Ismaila Mbaye’, Laurent Digbeu ed altri.

Con lui alla batteria ci sarà Salvatore Napolitano (Sanremo Rock nel 2002, Musicultura Festival di Macerata nel 2008 con i Magredea, collaborazioni con S.Cicinelli, A.Amoruso Band, nel 2015 ad Expo Milano con Kidida Emilio Spataro Band); alla tastiera Salvatore Palmieri (4 composizioni di musica sinfonica alle spalle e collaborazioni con U.Rotondi) ed all’organetto il giovane campione mondiale 2021 Simone Luzzi (nel 2016 primo gruppo calabrese alla Fiera dell’Artigianato di Milano, nel 2017 ospite della Palombelli a Forum, nel 2018 fondatore dell’associazione MacroMusic e presente con numerosi pezzi e clip su YouTube)..

comunicato stampa

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