CARIATI. Il servizio del Laboratorio Analisi del Punto di Primo Intervento a Cariati è spesso interrotto a causa di croniche carenze di personale e/o mancanza di organizzazione durante i vari turni di servizio. La denuncia arriva ieri dal sindacato Nursind Cosenza, che segnala inoltre un trasporto anomalo dei campioni biologici urgenti, inviati al Laboratorio Analisi dello Spoke di Rossano tramite personale non autorizzato e con mezzi aziendali, in violazione della Circolare ministeriale 2/2003. Quest’ultima, infatti, stabilisce che il trasporto di materiali biologici debba essere effettuato da Operatori Tecnici Autisti, secondo specifiche norme di sicurezza e conservazione.
«Si registrano ancora lavori incompleti – dichiara Nicodemo Capalbo, segretario aziendale Nursind Cosenza e RSU ASP Cosenza –. Dal tardo pomeriggio di ieri fino a stamane, pazienti e operatori sanitari del Punto di Primo Intervento hanno sofferto a causa dei condizionatori non funzionanti. Ma non è soltanto in ospedale che si fatica ad assistere; la cronica carenza di personale compromette anche l’assistenza domiciliare: gran parte del lavoro dell’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) è ormai affidata alla cooperativa SADEL, dimostrando in maniera sempre più tangibile la volontà di privatizzazione della sanità», chiosa Capalbo.
«Siamo di fronte al silenzio assordante di grandissima parte della politica locale e a una cittadinanza che subisce quasi totalmente rassegnata, da Cariati a Sibari – incalza Mimmo Formaro de Le Lampare -. Perché gli elettori non bussano alle porte degli eletti per far valere quei diritti che in campagna elettorale erano stati loro promessi? Mentre viene posta la milionesima pietra dell’Ospedale della Sibaritide e si annuncia l’apertura del Pronto Soccorso di Cariati come la trasformazione dell’acqua in vino, continuano a mancare i servizi essenziali. Il preoccupante stato catatonico in cui versano i più – conclude Formaro –, lascia noi attivisti, sindacati e pochi amministratori che ancora resistono, nello sconcerto più totale».
Virginia Diaco