Cariati, senza deejay ma con cicoria, paranza e vini calabresi: ecco come ci si emoziona nella cittadella

CARIATI. La cicoria raccolta a mano nelle campagne. I salumi indigeni, le confetture di clementine, di cipolla rossa di Tropea e peperoncino conzato qui; i formaggilocalissimi, gli amari, le birre artigianali e la selezione delle cantine calabresi meno trendy. E poi la fritturina di paranza, quella vera, fuori menù, con solo pescato del giorno (se c’è) ed il più povero (si fa per dire) che c’è. Piatti rigorosamente circolari come l’economia e la convivialità sollecitate ogni sera, insieme alle ricette della memoria, quella conservata col sorriso da nonne, mamme, figlie e nipoti che bazzicano senza vergogna in cucina; come quella della pitta ccu ri jiti, un must senza tempo della tradizione culinaria cariatese. Leimmancabili melanzane ripiene, peperoni e patate, sardella e cipolla e solo extravergine di qualità. E, infine, rigorosamente senza deejay ma con la ricercata possibilità che ogni convenuto, a turno, possa impreziosire con le proprie scelte e gusti musicali l’autentica atmosfera delle più veraci cantine d’un tempo dei nostri centri storici.

ANCHE QUESTO SABATO SERA (5 AGOSTO) SARÀ COSÌ. Da 11 anni, 365 giorni l’anno, tutte le stagioni, con la pioggia o nel bel mezzo dell’estate, la proposta, la provocazione, la visione e l’esperienza, i contenuti ed il metodo de ‘A Cantina non solo resiste e non indietreggia, ma rilancia ed insiste con quello che è diventato unsuo mantra distintivo, chiave di lettura di gran parte del successo, sociale, culturale ed economico, di tutto ciò che oggi viene definito e rincorso da tanti (purtroppo non da tutti!) come turismo esperienziale: la moda è una rovina, preferisco ‘A Cantina.

Più che un claim, quello coniato e lanciato anni fa da Giovanni Filareti, inventore e motore di questo esperimento di rottura in una terra troppo incline a dimenticare e cancellare la propria identitàbarattandola con scarti di importazione soprattutto a tavola, continua a rappresentare un vero e proprio programma politico ed economico; sì, un manifesto militante che dimostra ogni giorno come si possano raggiungere nel piccolo di un’attività commerciale e di ristorazione, che è anche di accoglienza e turistica di un piccolo borgo, due obiettivi di cui spesso si sente però solo parlare ed a tutti i livelli: destagionalizzare ed emozionare il viaggiatore e l’ospite, con l’esperienza inimitabile dell’enogastronomia. ‘A Cantina lo fa, ci riesce, funziona e andrebbe solo replicata. Ovunque.

Una missione vincente ed orgogliosa che Filareti ha condiviso in questi anni con artisti e creativi protagonisti dell’originale progetto turistico-esperienziale Dreaming South da lui stesso avviato nel 2013;con il lancio dell’evento Notte della Tarantella nel 2015; e poi sulle colonne della Guida ai sapori ed ai piaceri di Calabria promossa da Repubblica nel 2017, fino a alle centinaia di studenti giunti da tutto il mondo nella Cittadella fortificata di Cariati nell’ambito degli educational sull’enogastronomia autentica promossi in questi anni dall’associazione Otto Torri sullo Jonio.

Comunicato stampa

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