SIBARITIDE. L’Ordine dei commercialisti di Rossano, a differenza dell’ex Ordine forense, ricorre al Tar del Lazio contestando la circolare ministeriale del marzo scorso che in ragione dei mutamenti della geografia giudiziaria dichiarava esplicitamente che sebbene la legge di riforma non contenesse espresse disposizioni sulla sorte degli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili costituiti nel circondario dei tribunali soppressi questi avrebbero dovuto, comunque, seguire la medesima sorte con l’ovvia confluenza degli iscritti dell’ordine di Rossano a Castrovillari. Chiamati in causa il ministero della giustizia, la presidenza del consiglio dei ministri, il consiglio nazionale dell’Ordine dei commercialisti. I professionisti contabili jonici sono davvero in difficoltà anche nell’esercizio delle proprie funzioni. Professionisti che ritengono illegittimo tale atto di accorpamento e che non sanno cosa scrivere sulla propria carta intestata: se appartenenza a l’uno o altro Ordine. E’ un Castrovillari “piglia tutto”, non lascia nulla in riva allo jonio. Il disegno è ormai chiaro. E si conosce anche la matrice politica. Occorre tuttavia attenersi alle regole: oggi lo stato di diritto dice questo, e leggi vanno rispettate. Vi sono infatti comuni dove sussistono Ordini pur non essendo sede di tribunale, cosi come si potrebbe avallare la tesi di un tribunale nella cui circoscrizione ricadono due Ordini professionali. Tutto ha inizio nel marzo scorso quando l’Ordine di Rossano riceve da parte del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, indicazioni operative a seguito della comunicazione del Ministero. Nel ricorso al Tar si sottolinea come la natura giuridica dell’Ordine Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Rossano sia quella di un ente pubblico non economico a carattere associativo dotato di autonomia patrimoniale e finanziaria. Ragion per cui determinano la propria organizzazione con appositi regolamenti, nel rispetto delle disposizioni di legge e del presente decreto e sono soggetti esclusivamente alla vigilanza del Ministero della giustizia. L’atto del Ministero della Giustizia fonda la tesi della soppressione degli ordini territoriali pur in assenza di specifiche norme di coordinamento tra i testi normativi. In nessun punto è presente una menzione/riferimento/cenno, diretto o indiretto, agli Ordini dei Commercialisti e/o ad una loro riorganizzazione territoriale. Il ministero in sostanza sopprime l’Ordine di Rossano per semplice deduzione, partendo dal presupposto che nel circondario del tribunale non può insistere (esistere) che un solo Ordine territoriale. Tale tesi è ritenuta infondata in diritto e in fatto, così come affermano i legali ricorrenti. (fonte La provincia di Cosenza)