Chiese scomparse a Rossano, racconto di Martino A. Rizzo

A Rossano, sede vescovile, tante sono sempre state le chiese presenti in città. Alcune, che ormai non esistono più, sono ricordate solo per il loro nome che è rimasto legato alla zona o all’edificio. Altre invece sono scomparse completamente. Grazie alla storia di Rossano di Luca de Rosis ne è rimasta però almeno la traccia scritta con la descrizione, descrizione che di seguito si riporta.

«Chiesa di S. Michele Arcangelo de Condìgno

Quest’antichissima chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo de Condigno, che vuolsi essere stata fondata da S. Elena madre di Costantino, vedeasi non ha guari sulla porta detta di Portì. Ivi leggeasi quell’iscrizione, che come abbiam detto nella pagina 118 della presente memoria, ci ha indicato il primo vescovo della nostra città. Ora tutto è distrutto, e la chiesa è divenuto un magazzino di proprietà del sig. Cerasaro.

Parrocchia di S. Fabiano e Sebastiano

Questa parrocchia era una volta situata avanti il Ciglio della Torre. Di greca costruzione vedeansi nel bel mezzo di essa arditamente innalzarsi tre archi adorni di pitture. Andò in rovina per vetustà nei tempi dell’arcivescovo Sanseverino, per cui la parrocchia venne trasferita nella chiesa di S. Michele Arcangelo de Condigno. E comechè in essa chiesa vi era la confraternità de’ buoni fratelli questi fabbricarono la chiesa dell’Annunciata, a lato della quale fu posteriormente edificato l’ospedale.

S. Nicola la Placa

Sotto il governo dell’arcivescovo Poliastri trovossi una mattina demolita questa chiesa parrocchiale, ed il quadro colla pietra sacra furono rinvenuti innanzi la porta della chiesa di S. Marco. Si conobbe che i PP. Domenicani, mal soffrendone la vicinanza, poichè era situata al di sotto del loro convento dal lato che guarda mezzogiorno, aveano tanto operato. Quell’arcivescovo ordinò che temporaneamente la parrocchia fosse trasferita nella chiesa di S. Marco, ed i PP. Domenicani con pubblico istrumento si obbligarono a riedificarla ad ogni richiesta della curia arcivescovile.

S. Pantaleone

Questa piccola chiesa fu eretta da Pirro Malena intitolandola a S. Pantaleone, e colla rendita di un giardino sito nella contrada Celadi costituì una cappellania coll’obbligo di due messe la settimana. Ora poi è denominata S. Domenichello, poichè gli eredi di questo Pirro Malena ne fecero dono col suddetto fondo a’ PP. Domenicani. Il sito però ora distinguesi col nome di Pantaleo.

S. Vito

L’origine di questa cappella situata sotto la piazzetta era un beneficio semplice. Fu dotata di rendite co’ fondi del convento di S. Bernardino quando da’ Riformati fu tolto agli Osservanti. In seguito dall’arcivescovo Camaldari venne riunita alla parrocchia di S. Nilo abate, poichè non fu creduta la sua rendita bastevole per la congrua del paroco.

SS. Trinità

Questa chiesa situata nella piazza detta Steri fu edificata sul disegno di un antico tempio del gentilesimo, e vuolsi che ivi innalzavasi ad Iside deità egiziana un tempio. Ammiravasi in questa chiesa un pavimento di bel mosaico, e ricca era di vari dipinti del Giordano rappresentanti i più nobili misteri della nostra redenzione. Attaccato a questa chiesa eravi lo spedale per la recezione de’ pellegrini, regolato co’ medesimi statuti di quello della SS. Tr1nità di Roma, ed una ruota, ove raccoglievansi i projetti. Insisteva ancora ivi un monto di pegni a sollievo della classe bisognosa , di cui abbiamo parlato nella prima parte. Nel 1815 vennero questi edifizì distrutti ad oggetto di rendere più regolare e più ampia questa piazza, e qeo’ be’ dipinti del Giordano disparvero. Trovandomi io in quell’epoca sindaco feci ogni sforzo per conservarli, ma non posso che lasciare in queste carte il nome del tenente colonnello di linea Druat, e del tenente Tougard che se ne impossessarono, e se un di queste notizie potranno essere utili pel rinvenimento di essi, io dirò che il primo era di Marsiglia, e il secondo di Fecam dipartimento della Senna. Appena uno potè sottrarsene dal paroco canonico Joele. Dov’era sita questa chiesa ora si è inalzato l’orologio comunale.

 

 

Monasteri e chiese distrutte

Il Vadingo ricorda un monastero di monache che nel 1252 da Gregorio IX furono ridotte al numero di dodici con sei serventi. Ora ne anche le vestigia son rimaste.

Altro de’ PP. Carmelitani si vedea nel luogo detto Chinicò, dalla chiesa dedicata a S. Chiriaco, e taluni ruderi ne son rimaste a fianco del torrente Celadi. Il suolo di esso colle sue adjacenze fu concesso dalla città nel 1671 a’ PP. Domenicani, che lo ridussero a giardino, ed ora si possiede dalla famiglia Camparota.

Un magnifico tempio intitolato a S. Leonardo martire era attaccato alla porta nominata li Nardi del quale pochi ruderi ne rimangono.

Finalmente altra chiesa esisteva nella contrada Bancata tra la descritta chiesa di S. Marco, e la parrocchia di S. Nicola la Placa, che vien ricordata come la parrocchiale chiesa di Basilio».

 

Martino A. Rizzo 

I racconti di Martino A. Rizzo ~ ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo è un grande curioso di storie e avvenimenti rossanesi, coriglianesi e più in generale calabresi e gli articoli che prepara per Informazione & Comunicazione non sono altro che il risultato delle ricerche utili a soddisfare queste sue curiosità. Frutto di tale attività è stata anche la realizzazione del sito AnticaBibliotecaCoriglianoRossano che ormai si è meritato un posto di rilevo tra i siti contenenti libri, articoli e fotografie sulla Calabria, tutti liberamente scaricabili.

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