Dopo vari tentavi inutili, il decurionato decise di scegliere un nuovo sito nella stessa piazza Steri, il luogo dove costruire ex novo una vera e propria torre civica dell’orologio secondo un progetto dell’architetto Nicola Camacci. Si decise il punto in cui un tempo sorgeva l’antichissima chiesa della Trinità andata abbattuta in epoca francese per ampliare la piazza. I lavori di edificazione iniziarono nel 1837 e dopo una serie di contenziosi si conclusero intorno al 1841.
Durante la serata, oltre ai due autori del libro, sono intervenuti Martino Rizzo, che ha presentato il volume, e Giuseppe F. Zangaro, che ha discusso della simbologia urbana e il ruolo che rivestono gli orologi pubblici. Maura Maxia Cerasoli ha introdotto i lavori e, tra un momento e l’altro, il pubblico è stato allietato da intermezzi musicali di Alessio Salerno e Carla Temgoua. Inoltre, sono state lette alcune lettere di alcuni protagonisti che hanno partecipato alla costruzione del campanile. La serata è stata un modo per ricordare i vari maestri orologiai che con tanta dedizione hanno lavorato e aggiustato gli ingranaggi che componevano la macchina dell’orologio. È stato presente anche il nipote di Mario Longo, ultimo orologiaio della torre campanaria.
“Ringrazio i Professori Caruso e Massoni per l’ottimo lavoro che hanno prodotto consegnando alla città un’opera unica e mettendo in risalto la figura dei Regolatori -dice Livio Brunetti, nipote di Mario Longo – Mio nonno, Mario Longo, è stato l’ultimo regolatore della Torre dell’Orologio, svolgendo questo mestiere dal 1950 al 1997, con amore, cura e passione” .
Antonio La Banca