Condannato a 5 anni il coriglianese Pirro per duplice tentato omicidio: semi-incapace e socialmente pericoloso

Il processo con rito abbreviato nei confronti del 48enne coriglianese Natalino Pirro si è concluso oggi con una condanna di 5 anni e quattro mesi di reclusione. L’uomo era detenuto dal 30 ottobre dello scorso anno per il tentato omicidio compiuto in concorso con la sua compagna 52enne di nazionalità bulgara, Larisa Parvanova.

Pirro ha beneficiato di una riduzione d’un terzo della pena in virtù del rito abbreviato scelto e di un altro terzo perché riconosciuto semi-incapace d’intendere e volere, secondo una perizia psichiatrica disposta dal giudice Lelio Festa del Tribunale di Castrovillari. La sentenza lo ha anche dichiarato socialmente pericoloso. Il giudice ha ordinato il ricovero in casa di cura e di custodia per un periodo non inferiore ad un anno e ha vietato a Pirro l’accesso ai pubblici uffici. Oltre al pagamento delle spese processuali e legali, l’uomo è stato condannato a risarcire le vittime, costituite parti civili, con una provvisionale di 28 mila euro, immediatamente esecutiva.   Il procedimento legale nei confronti di Natalino Pirro e Larisa Parvanova riguarda il grave episodio avvenuto la sera del 30 ottobre dell’anno scorso all’interno e all’esterno del circolo ricreativo “La Torre”, situato nel centro storico di Corigliano-Rossano, di fronte al Castello Ducale.

Quella fatale sera, accompagnato dalla compagna, Pirro fece irruzione armato di un fucile calibro 12 caricato a pallini, sparando contro due individui, il 59enne Francesco Coppola e il 50enne Paolo Algieri, entrambi coriglianesi. Algieri è poi deceduto mesi dopo a causa di una grave malattia di lunga data. È emerso che al momento dell’aggressione, il 48enne Pirro si trovava in uno stato di semi-infermità mentale. La 52enne bulgara, Larisa Parvanova, è stata identificata come la possibile causa dell’evento tragico. Pirro era affetto da una gelosia morbosa nei confronti della compagna e avrebbe deciso di “punire” in modo esemplare chiunque osasse rivolgere un semplice sguardo o una parola a lei.

Le indagini fulminee sono state condotte dai carabinieri del Reparto Territoriale, che hanno arrestato la coppia la stessa sera, mentre cercava di fuggire dalla scena del crimine. Il processo ora si è concluso con Pirro condannato a 5 anni e quattro mesi di reclusione, riconosciuto semi-incapace e socialmente pericoloso, con la disposizione di ricovero in casa di cura e di custodia. Ora non resta che attendere le motivazioni della sentenza.

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