Consiglio di Stato, annullate le proroghe: concessioni balneari a bando

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La decisione del Consiglio di Stato rappresenta un chiaro segnale di rigore e trasparenza nella gestione delle concessioni balneari, in linea con i principi della normativa europea. Obbligare le amministrazioni a rispettare le scadenze stabilite per le concessioni e ad avviare procedure competitive per l’assegnazione delle stesse è un passo importante per garantire una gestione equa e efficiente delle risorse pubbliche, nonché per favorire la concorrenza tra gli operatori del settore balneare. Sebbene possa comportare un certo sforzo da parte dei Comuni interessati nel revisionare le proprie politiche di concessione, questa decisione contribuirà a promuovere una maggiore trasparenza e equità nel settore. La sentenza emessa oggi tratta un ricorso presentato nel 2023 da un proprietario di uno stabilimento balneare a Rapallo. I giudici fanno riferimento ai “principi della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 20 aprile 2023 e a tutta la giurisprudenza europea precedente”, stabilendo l’urgenza di avviare immediatamente la procedura di gara per l’assegnazione delle concessioni in un contesto di reale concorrenza. Tuttavia, la decisione va oltre: contraddicendo la linea del Governo, i giudici amministrativi di secondo grado affermano che la risorsa spiaggia è limitata.  La situazione in Calabria mette sotto pressione molte amministrazioni comunali che hanno prorogato le concessioni demaniali marittime a fini turistico-ricreativi fino al 31 dicembre 2024.  In altri casi si è optato per la proroga già a gennaio, dopo un percorso complicato e pieno di incertezze. La reazione di Federbalneari Italia è stata di sgomento nei confronti dell’ultima sentenza del Consiglio di Stato, la quale non rispetta nemmeno i termini previsti dalla legge Draghi del 2024, mentre si attende una riforma del settore balneare considerata ormai necessaria per garantire ordine e chiarezza. Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia, ha espresso la sua contrarietà verso i tribunali che si arrogano il compito di fare le norme al posto del Parlamento, intervenendo anche su principi europei. Questa situazione di caos è considerata inaccettabile per il Paese, specialmente durante la stagione balneare in corso.

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