Abbiamo ricevuto, nelle ultime ore, le legittime rimostranze di numerosissimi cittadini di Schiavonea e dello Scalo di Corigliano che lamentano, a giusta ragione, il fatto di essere destinatari di avvisi di pagamento, in qualità di proprietari di beni immobili (fabbricati ed abitazioni), da parte del Consorzio di bonifica integrale dei bacini dello Jonio cosentino di Trebisacce, di un supposto tributo (1H78) extra agricolo per gli anni 2018, 2019 e 2020 riguardante la manutenzione dei fossi di scolo delle acque meteoriche ai fini della difesa idraulica del territorio.
La ragione addotta dai vertici consortili, per giustificare l’emissione dei succitati avvisi di pagamento, risiederebbe nelle pieghe del Piano di Classifica del Consorzio di bonifica di Trebisacce, approvato con Delibera del Consiglio regionale n. 198/2017, che, nell’introdurre il principio di beneficio generale, beneficio idraulico di scolo e protezione e beneficio irriguo, ha ampliato l’attività consortile anche all’ambito extragricolo. Giova ricordare che i proprietari di beni immobili agricoli ed extragricoli sono tenuti a pagare tale contributo solo ed esclusivamente se traggono un beneficio consistente nella conservazione o nell’incremento del valore degli stessi immobili derivante dalle attività di bonifica effettuate, come anche precisato da recenti orientamenti giurisprudenziali. Far ricadere questo ulteriore aggravio sulle spalle del cittadino, già soggetto al pagamento dell’IMU, ci sembra eccessivo per cui ci impegneremo a portare nella sede istituzionale del Consiglio regionale in VI Commissione, da subito, una proposta di modifica della Legge regionale n. 11 del 23 luglio 2003 che vada nella direzione di escludere dal pagamento di tale contributo le aree extragricole.
Il Consigliere regionale
On. Pasqualina Straface
Una risposta
Onorevole StrAface in attesa cosa facciamo? Paghiamo le bollette consortile in merito o, aspettiamo che venga approvata la vostra proposta di cancellazione della legge regionale 2017?