di ROSSELLA MOLINARI
Non è dato sapere per il momento, anche se sembra di respirare aria di campagna elettorale, se non altro per quel che riguarda i possibili schieramenti e le alleanze. Il primo a lavorare per dare vita a una coalizione, trasversale e improntata al civismo, è stato Aldo Algieri, ex capogruppo del Pd, già candidato a sindaco e già assessore. Spianata la strada con la prima riunione di agosto 2015, il movimento “Liberi per cambiare” è stato presentato ufficialmente lo scorso autunno. Movimento aperto a tutti, che raggruppa al suo interno una buona parte della base Dem nonché noti esponenti del centrodestra. Ed è proprio nel centrodestra, storicamente unito e compatto, che si intravede una nuova spaccatura. Non che nel centrosinistra la situazione sia migliore, ma il centrodestra sta mettendo a dura prova la “parvenza” granitica che aveva maturato negli ultimi decenni.
Il sindaco Geraci è al primo mandato (dopo le due consiliature degli anni Novanta) e aspirerebbe a una ricandidatura (legittima, ci mancherebbe). Neanche tanto sottobanco, come dimostra la recente riunione organizzativa del movimento civico “Alleanza per Corigliano” tesa a riaggregare e a «dare una rappresentanza politica a un’area, quella del centrodestra, che anche in città continua ad essere una realtà chiara che ha bisogno di riferimenti e, soprattutto, di essere ascoltata», si registrano le mosse dell’ex parlamentare Giovanni Dima, attualmente sostenitore di Geraci (con tre consiglieri di maggioranza) che si preparerebbe ad un “rientro” nell’agone politico dopo un lungo periodo di silenzio e di lavoro dietro le quinte. Arte, quest’ultima, in cui si è sempre contraddistinto, riuscendo ad orientare le scelte e a mediare in tante occasioni. Un politico di lungo corso che oggi potrebbe aspirare a una futura candidatura a sindaco, cominciando già a tessere rapporti e alleanze per garantirsi un cospicuo gruppo a supporto. Eventualità, questa, che andrebbe a cozzare con l’analoga aspirazione di Geraci, spaccando ulteriormente un centrodestra la cui compattezza è ormai solo un ricordo. Basti pensare che oggi in consiglio comunale Forza Italia e Ncd sono all’opposizione, così come lo era l’Udc, ed è difficile fare previsioni sulla collocazione di questi partiti in vista delle future amministrative, anche alla luce di un movimentismo civico che prende sempre di più il sopravvento.
E mentre Cataldo Russo, ex capogruppo consiliare Udc, spesso e volentieri strizza l’occhio ad Aldo Algieri, non si esclude che i rappresentanti di Forza Italia possano avvicinarsi a esponenti storici del centrosinistra, un po’ come è già avvenuto nella vicina Rossano dove i trasversalismi stanno caratterizzando la campagna elettorale.
Passando al fronte opposto, ovvero al centrosinistra, accanto ad Aldo Algieri, oggi distante dalla politica prettamente partitica, torna in auge il nome di Giovanni Battista Genova, esponente del Pd e già sindaco di Corigliano. E non è tutto. Le anime del Pd, si sa, sono molteplici e resta il “nodo” di Franco Pacenza, così come quello di Nello Iacucci, entrambi molto vicini al governatore Mario Oliverio. Così come resta il “nodo” della sinistra più radicale e di Sel, che potrebbe avvicinare un’altra parte dei Dem e puntare su un professionista quale Gino Promenzio, il cui nome è spesso apparso nelle “rose dei candidati” degli ultimi anni. Ci sono inoltre i gruppi civici e il movimento Cinque Stelle, che qualche tempo fa aveva proposto una mozione per sfiduciare il sindaco Geraci, tentativo poi fallito. A tal proposito, viene spontanea una riflessione: a chi conviene far cadere l’attuale amministrazione? È già pronta un’alternativa o serve ancora tempo per prepararsi? E, soprattutto, c’è una nuova classe dirigente? Il movimento dei giovani, che di recente ha dato vita al “Forum dei giovani”, il primo insediatosi in Calabria, raggruppa esponenti di varia estrazione politica e ideologica, tutti impegnati nel tentativo di rompere gli schemi e partecipare in modo attivo alla vita amministrativa della città. È ora, del resto, che dai giovani giungano proposte concrete e che gli stessi non siano più visti solo come “burattini” buoni ad alzare la mano in consiglio comunale all’occorrenza. Anche il Forum dei giovani si prepara a mettere su una lista per le prossime amministrative, ma al momento è troppo presto per conoscere il candidato al quale andrà il sostegno.
Nel frattempo, dopo alcuni avvenimenti che per il momento sembrano non aver scalfito l’esecutivo, monta la polemica sul consiglio comunale dello scorso 29 aprile. Seduta che, come hanno denunciato otto consiglieri di opposizione, convocata alle ore 16, non ha raggiunto il numero legale fino alle ore 17.30 quando, man mano, sono arrivati alcuni dei consiglieri di maggioranza fino a quel momento assenti.
«L’art. 38 del Regolamento del Consiglio Comunale – rilevano i consiglieri Francesco Madeo, Francesco Sapia, Gioacchino Campolo, Giovanni Spezzano, Carmen Fusaro, Giovanni Torchiaro, Elvira Campana e Giorgio Triolo – prescrive che il numero legale debba essere raggiunto dopo un’ora dalla convocazione ufficiale, altrimenti si rinvia la seduta alla seconda convocazione; ma nonostante ciò alle 18.10 si è dato inizio alla seduta consiliare con la presenza in aula della sola maggioranza». La minoranza aveva infatti abbandonato l’aula poco prima delle 18, mentre con 13 consiglieri di maggioranza si è garantito il numero legale e i lavori consiliari si sono svolti regolarmente. Si contesta la discussione del punto all’Odg inerente alla Tari «senza che gli atti relativi fossero stati inviati per tempo ai Consiglieri Comunali. Infatti, l’art. 30 prescrive che gli atti posti al centro dei lavori consiliari debbano essere resi noti ai consiglieri tutti almeno 24 ore prima della seduta». Così facendo, «non si è data la possibilità ai consiglieri di poter svolgere un sano dibattito democratico». L’opposizione ha quindi chiesto l’intervento del Prefetto di Cosenza, al quale i consiglieri affermano di aver inviato un telegramma e una missiva, e si dice pronta a ricorrere al Tar per ottenere l’annullamento della delibera consiliare approvata nel caso in cui non venga ritirata. Su questo, al momento, tutto tace. E tutto scorre, con un occhio sempre più rivolto alla prossima amministrazione.