Corigliano-Rossano. Biodiversità, al Majorana è tempo di trebbiatura

CORIGLIANO-ROSSANO  – Una dispensa sempre più identitaria ed a filiera cortissima, ispirata all’educazione ed alla sovranità alimentare. Si aggiunge un altro tassello al percorso di economia circolare ed esaltazione della stagionalità messo in campo dall’Istituto d’Istruzione Superiore Majorana sin dall’avvio dell’anno scolastico lo scorso settembre 2022. Dopo la mietitura a mano, in quella che ormai è diventata anche per risultati e sperimentazioni ottenuti ed avviate la prima scuola calabrese per complessità, docenti, assistenti tecnici, collaboratori e studenti hanno vissuto, nel bel mezzo dell’estate, anche l’esperienza della trebbiatura. Perché anche e soprattutto queste attività sono e fanno la Scuola e la formazione, l’economia ed il mercato, la cultura e la crescita, l’eredita e l’innovazione, lo sviluppo e l’identità di un territorio, di una comunità, di una società, di una regione e di un Paese come la Sibaritide, la Calabria e l’Italia agricole di ieri e dei prossimi anni. Ed il primissimo raccolto, 12 quintali di frumento duro, sarà destinato alla panificazione.

È quanto fa sapere il dirigente scolastico Saverio Madera esprimendo soddisfazione insieme al direttore dell’azienda agricola Francesco Filippelli per questo ulteriore traguardo che, in meno di 12 mesi dall’avvio di una vera e propria rivoluzione didattica e formativa negli istituti agrario, alberghiero ed industriale della terza città della Calabria, si inserisce coerentemente nel percorso di valorizzazione professionale, manageriale ed economica della eco-sostenibilità e della biodiversità regionali che l’Istituto – scandisce Madera – continua a portare avanti tutto l’anno, in aderenza alle linee strategiche di indirizzo del Governo nazionale e segnatamente dei ministero dell’istruzione e del merito, dell’agricoltura e della sovranità alimentare, delle imprese e del made in Italy.

CONTINUANO ED ATTRAGGONO L’INTERA SOCIETÀ LE SFIDE FORMATIVE DEL MAJORANA. – Il grano prima seminato e poi raccolto dal campo sperimentale di contrada Momena, una delle porzioni più importanti dell’appezzamento di 18 ettari circa a disposizione dell’azienda agricola del Majorana, sarà macinato a pietra, ricorrendo ad un tradizionale mulino esterno.

Circa 5 quintali del totale del raccolto saranno utilizzati per il fabbisogno del semiconvitto dell’istituto alberghiero. La restante parte sarà venduta a privati per coprire le spese dell’intero ciclo colturale. Opera e Iride sono le varietà utilizzate; di origine molisana tra le più adatte all’areale meridionale.

L’intero ciclo di coltura si è svolto nel rispetto del disciplinare biologico sottoscritto tra l’istituto Majorana e l’azienda certificatore BIOAGRICERT senza l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi, senza l’utilizzo di diserbanti e senza l’utilizzo di altri fitofarmaci.

Dalle serre idroponiche, all’avvio della produzione dell’extravergine d’oliva. Sono, questi, alcuni dei passi in avanti compiuti dal Majorana, impegnato a fare della filiera corta e delle produzioni autentiche e a chilometro zero, la chiave di lettura permanente di tutta l’offerta formativa dei prossimi mesi ed anni (Comunicato stampa).

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