Tra le zone rosse e arancione è consentito il solo asporto. Durante le festività pasquali chiusi totalmente, non è stato consentito neanche il servizio a domicilio. Ed ora l’intera famiglia è giunta al capolinea. Si arrende all’idea di restare a Corigliano-Rossano. Si sono attivati i primi contatti con la Svizzera e la Germania dove ci sono dei parenti pronti a sostenerli.«Lavorare con l’acqua alla gola non è più possibile», confessa il giovane, in larga parte pentito per la scelta che ha fatto di restare in Calabria. La sua azienda non rientra tra i beneficiari di contributi (decreto ristori) poiché è nata nel 2019: «Altri hanno percepito dagli 8 ai 10mila euro, noi solo 2700euro dall’inizio della pandemia. Non ce la possiamo fare, eppure con i tributi e tasse siamo in regola». Di queste storie oramai la Calabria è piena. Il dato inconfutabile è quello di accelerare responsabilmente il processo delle vaccinazioni, evitando furbizie, prima che sia troppo tardi. Troppe le saracinesche abbassate e in tanti stanno iniziando a pensare di lasciare l’Italia.