Corigliano Rossano, comunità scolastica in Piazza. Pronto ricorso al Tar

La  comunità studentesca di Corigliano Rossano, composta da studenti, docenti e dirigenti scolastici, è scesa in piazza in risposta a una giornata di protesta organizzata dall’amministrazione comunale contro l’adozione del piano di dimensionamento scolastico della provincia di Cosenza. Questo piano è stato oggetto di forti critiche poiché sembra penalizzare pesantemente la città di Corigliano Rossano. I dirigenti scolastici accusano la provincia di non aver coinvolto adeguatamente la comunità locale e di aver preso decisioni arbitrarie che vanno contro le linee guida della regione Calabria. In particolare, Corigliano Rossano perderà sei dirigenze scolastiche, nonostante la città affronti una serie di criticità particolari che la differenziano da altri comuni della stessa provincia.

Il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, ha dichiarato di essere pronto a presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) in quanto ritiene che le scelte fatte non siano coerenti con le linee guida regionali. Ha sottolineato che non sono contro il processo di razionalizzazione, ma sono contrari a processi che non tengono conto delle esigenze della città e che creano istituti scolastici ingestibili, con una popolazione studentesca eccessivamente ampia. Ha anche evidenziato il contrasto istituzionale tra il senatore Rapani e la vicepresidente della Regione Princi all’interno del centrodestra e ha espresso la speranza che questa divergenza possa essere risolta attraverso una riflessione sul percorso intrapreso.

Davide Tavernise, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle (M5S), ha sottolineato che ci sembra che le decisioni siano state influenzate dalla politica, con il centrodestra che ha tagliato autonomie principalmente in comuni con amministrazioni di centrosinistra o civiche. Ha notato che sei delle autonomie soppresse si trovano a Corigliano Rossano, il che rappresenta la metà delle autonomie eliminate nella terza città più grande della Calabria. Questo ha fatto sorgere il sospetto di una motivazione politica dietro ai tagli.

Giuseppe Lavia, segretario provinciale della Cisl, ha sottolineato l’importanza di investire nella scuola e ha dichiarato che la comunità di Corigliano Rossano è stata particolarmente penalizzata dal piano di dimensionamento, nonostante rappresenti il 10% della popolazione studentesca provinciale e subisca il 21% delle soppressioni. Ha invitato a rivedere i criteri del piano di dimensionamento e a posticipare l’adozione degli atti, tenendo conto delle specificità del territorio.

Giuseppe Guido, segretario comprensoriale della Cgil Sibaritide-Pollino-Tirreno, ha criticato il piano e l’ha definito sbagliato, applicato in modo distorto e favorevole alla politica anziché al diritto allo studio. Ha annunciato l’intenzione di presentare un ricorso al Tar per contrastare il piano.

Infine, Laura Sisca, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Don Bosco di Cantinella, ha criticato il piano di dimensionamento, sottolineando che crea istituti con popolazioni scolastiche eccessivamente ampie e di difficile gestione. Nonostante la sua scuola sia l’unica di periferia ma con il maggior numero di alunni, si sente penalizzata dalle decisioni adottate.

2 risposte

  1. Ma a cosa servono tanti dirigenti se poi non ricevono nemmeno il corpo docente. Difatti riservano solo 2 ore, dalle 12 alle 14, quando le insegnanti non possono proprio recarsi in direzione.
    Se quindi creano solo disservizi non è forse meglio sopprimere?
    Io penso che questi tagli faranno comprendere che devono lavorare e ricevere il personale dipendente, studenti e genitori durante tutto l,’orario di servizio e non solo per due ore in orari strampalati.

  2. Ma a cosa servono tanti dirigenti se poi non ricevono nemmeno il corpo docente. Difatti riservano solo 2 ore, dalle 12 alle 14, quando le insegnanti non possono proprio recarsi in direzione.
    Se quindi creano solo disservizi non è forse meglio sopprimerli?
    Io penso che questi tagli faranno comprendere che devono lavorare e ricevere il personale dipendente, studenti e genitori durante tutto l’orario di servizio e non solo per due ore in orari strampalati.

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