Paolo Lo Moro, segretario comunale e figura centrale nell’indagine sugli illeciti all’interno della polizia municipale di Corigliano-Rossano, è stato condannato a due anni di reclusione con pena sospesa. La sentenza, emessa al termine del giudizio abbreviato dinanzi al Gup di Castrovillari, rappresenta un punto di svolta in una vicenda che ha scosso profondamente l’amministrazione comunale. La condanna di Lo Moro è il frutto di un’inchiesta avviata dalla Procura di Castrovillari e dalla Guardia di Finanza, che ha portato alla luce un sistema di irregolarità e falsificazioni nella polizia municipale. Tra i principali capi d’accusa figurano la falsificazione di verbali e la certificazione di presenze inesistenti, condotte che vedono coinvolti anche altri esponenti di rilievo dell’amministrazione locale, tra cui il maggiore Piero Pirillo, accusato di truffa aggravata e di fraudolenta attestazione della propria presenza in servizio.
Un processo complesso e pieno di rinvii
Il processo penale che coinvolge gli ex vertici della polizia municipale di Corigliano-Rossano è stato più volte rinviato. Alla base dei rinvii, un legittimo impedimento. Tra gli imputati spicca, oltre a Lo Moro, anche l’ispettore Marcello Milione, che ha chiesto anch’egli il rito abbreviato per essere giudicato sulla base degli atti raccolti durante le indagini preliminari e che è stato condannato a 1 anno di reclusione con la pena sospesa.
Diversa invece la posizione del maggiore Pirillo, che ha richiesto di patteggiare una condanna a due anni con pena sospesa. Altri sei agenti imputati hanno avanzato istanza per convertire le pene detentive in sanzioni pecuniarie.
Lo Moro e Milione sono stati accusati di aver falsamente certificato la presenza di Pirillo durante le riunioni della commissione di concorso per la selezione di nuovi vigili urbani.
La figura di Paolo Lo Moro è stata a lungo associata alla gestione amministrativa del Comune di Corigliano-Rossano. Nato a Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia, Lo Moro è stato nominato segretario comunale nel settembre 2019 dal sindaco Flavio Stasi, che lo aveva scelto dopo un attento esame dei curricula pervenuti e una serie di colloqui con i candidati. La sua nomina aveva rappresentato una scelta di rilievo per un incarico tanto delicato, considerando anche il recente processo di fusione dei comuni di Corigliano e Rossano. Prima della nomina a Corigliano-Rossano, Lo Moro aveva ricoperto incarichi di responsabilità presso la Provincia di Crotone e nei comuni di Melissa e Cirò Marina. Tuttavia, il suo passato non è stato privo di episodi controversi: nel maggio 2019 aveva subito l’incendio doloso della propria autovettura, un episodio che aveva destato clamore e preoccupazione. Le cause di quell’atto intimidatorio non sono mai state chiarite, ma l’episodio ha aggiunto un ulteriore elemento di tensione al suo percorso professionale.
Una famiglia di rilievo in Calabria
Paolo Lo Moro non è un nome nuovo negli ambienti istituzionali calabresi. È il fratello di Doris Lo Moro, figura di spicco nel panorama politico e amministrativo regionale e nazionale. Doris Lo Moro è stata magistrata, sindaca di Lamezia Terme, assessora alla Sanità della Regione Calabria e parlamentare della Repubblica. Attualmente è responsabile dei dati personali presso il Ministero della Giustizia. La presenza di Doris Lo Moro ha sempre rappresentato un motivo di prestigio, ma anche di esposizione per il fratello Paolo, soprattutto in una regione complessa come la Calabria. L’inchiesta che ha coinvolto Lo Moro e gli altri imputati ha svelato un sistema di assenze ingiustificate e false attestazioni all’interno della polizia municipale. Tra le accuse mosse, quella di truffa aggravata a carico di Pirillo, documentata grazie all’uso di telecamere nascoste e pedinamenti.