La salma di Maria Pansini, la capotreno di 61 anni deceduta nell’incidente ferroviario di Corigliano Rossano, è stata liberata dal sostituto procuratore Veronica Rizzari. Il magistrato non ha ritenuto di dover procedere all’esame autoptico, mentre si rimane in attesa per il 24enne conducente del camion, Hannaqui Said, di origine marocchina, il cui corpo è stato ritrovato parzialmente bruciato dalle fiamme che si sono sviluppate dopo l’incidente. Nel frattempo, filtrano le prime indiscrezioni investigative sulla ricostruzione della tragedia. Secondo un prima parziale ricostruzione formulata dalla Polizia Ferroviaria, fornita al magistrato titolare dell’indagine, il tir è rimasto incastrato toccando il fondo del manto stradale. La giovane vittima, nel tentativo di liberare il camion dalla trappola, è scesa dal mezzo ed ha tentato di azionare i dispositivi pneumatici che sollevano il veicolo, utilizzando un telecomando. Per mettere in pratica questa operazione, il giovane camionista si è posizionato fuori dalla cabina dell’autoarticolato, dalla parte opposta da dove proveniva il treno, con alta probabilità “non sentendolo arrivare”. Il camion è stato travolto e l’urto ha fatto sbalzare e girare su se stesso il rimorchio, rompendo il muro di cemento a delimitazione dei binari. La motrice, invece, ha travolto e falciato il ragazzo, che è stato preso dal treno vicino ai binari poco dietro dove si è fermato il convoglio. Il cadavere del giovane ventiquattrenne è stato poi parzialmente bruciato dalle fiamme che si sono sviluppate dopo, ma purtroppo il giovane era già morto sul colpo. A terra, sul luogo dell’incidente, sono stati trovati sia il telecomando per fare alzare il camion che il cellulare intatto dell’autista.