Corigliano Rossano. Intervista al ‘’gattaro’’ famoso sul web, Damiano Giordano

CORIGLIANO ROSSANO. Damiano Giordano è un comico, attore, content creator originario di Cosenza e residente a Corigliano Rossano. Dall’indole carismatica con una vena artistica fin dalla tenera età, si forma a Torino in Dams e Comunicazione e frequenta l’Accademia degli Artisti di Roma. Lavora in giro per l’Italia per diverse testate giornalistiche, radio, tv locali e nazionali. Proprio nel momento in cui prende piede la sua carriera da giornalista, presentatore tv e speaker radiofonico, si ritrova a dover ricominciare tutto daccapo.

L’azienda di cui è parte fallisce, torna così in Calabria. Fatica molto a imporsi in un’analoga situazione professionale, fino a gettare la spugna. Riparte quindi da lavori lontani dalle competenze acquisite negli anni e dalla sua naturale inclinazione. La sua vena creativa non trova più il suo corso, è un Damiano in bianco e nero. Nel mentre, il mondo si ferma per la pandemia da Covid-19; faccia a faccia col suo malessere riprende in mano la propria vita per tornare a riconoscersi. Iniziano i primi video in leggerezza, allo scopo di far sorridere le persone in questo momento delicato e tragico. Ma non sono mere pubblicazioni: il format con i gatti cattura subito l’attenzione degli utenti. D’altronde vedere gatti che recitano non capita tutti i giorni. Dietro alle sitcom realizzate c’è un lavoro di regia, creatività e progettazione non indifferente, permesso dal suo background artistico. E il risultato finale è sorprendente. La genuinità con cui introduce al mondo virtuale gli elementi importanti della sua quotidianità, paga: riceve numerosi apprezzamenti da parte di chi, tramite i suoi video, è riuscito a svagare pure solo per un’istante. Con ‘’La faticosa vita di un gatto’’ – video premiato anche al Pet Carpet di Roma – ci sono voluti oltre 30 giorni di registrazioni per catturare le immagini nella sua mente; raggiunge 6 milioni di visualizzazioni. Celebre è anche quello in cui “dialoga” letteralmente con la sua gattina ‘Ines’: 30 milioni di visualizzazioni, ripubblicato in programmi RAI e testate in tutto il mondo.

Il suo talento sui social non passa inosservato e viene ingaggiato dall’agenzia di Talent e Creative Content romana Wonty Media Factory. Damiano si ritrova, vivo, ambizioso e a colori. Entra a far parte della pubblicità creativa di importanti brand e parallelamente riprende l’attività teatrale. È il primo comico in Italia a portare uno spettacolo completamente focalizzato sui gatti e sui gattari, ‘’Catbaret’’, che si terrà a Milano il 27 gennaio ed è già sold-out. A lavoro per portarlo in tour anche in Calabria, oggi risponde alle nostre domande.

Cosa si nasconde dietro la comicità dei tuoi video?

Voglio partire raccontandoti un episodio che mi ha segnato molto. Nel periodo in cui stavo per gettare la spugna e rassegnarmi ad una vita diversa da quella prefissata, ricevetti un messaggio di una ragazza che mi ringraziava per averla fatta ridere e distratta da un suo brutto periodo. Mi colpì molto. In quel momento capì che non dovevo mollare e che soprattutto arrivavo alle persone. Ecco, spero di strappare un sorriso a tutte quelle persone che magari dopo una giornata storta si distraggono dai propri problemi anche solo per 30 secondi. Questo mi rende molto felice. I video con i gatti hanno poi contribuito molto a sensibilizzare la gente verso l’amore per gli animali. Gente che prima non aveva gatti, oggi ne ha più di uno. Sapere che tanti piccoli randagi oggi hanno una casa mi emoziona ogni volta.

Quali consigli daresti ai giovani che vogliono intraprendere un percorso simile al tuo?

Oddio… così mi fai sentire vecchio! (esclama scherzosamente n.d.r.). Oggi si cerca la strada più breve per arrivare in fretta al risultato. Sui social c’è questa mania di successo, la fama e la voglia di emergere a tutti i costi prevaricano sulle nostre effettive qualità. Bisogna avere consapevolezza di queste ultime, il mondo è pieno di “personaggi” e “stereotipi ”. È l’autenticità che premia sempre. Il mio consiglio è dunque lavorare su se stessi, sulla propria identità, studiare in continuazione. La domanda che bisogna porsi è: ‘’Perché una persona dovrebbe seguirmi?’’. La generazione che sta avanzando usa il digitale già da tanti anni, non è più come 10 anni fa, conosce il sistema e seleziona, giustamente direi. Le tendenze passano, l’identità no. La differenza tra stare al passo con i tempi e sfruttare la tendenza è proprio questa: chi sta al passo con i tempi ha i piedi saldi al terreno e vede quel che c’è davanti a sé; chi sfrutta la tendenza sale sulle nuvole ma viene trascinato poi con forza al suolo.

Quali sono per te i pro e i contro della tua professione?

L’aspetto positivo primario è poter esprimere la mia creatività, anzi, sono proprio le aziende che te lo chiedono avendoti scelto come creativo. C’è da dire che, per chi come me ha una formazione artistica professionale che va oltre la sola creazione di contenuti sui social, apre nuove porte nel mondo dello spettacolo, quali produzioni teatrali, televisive, ecc.  Difatti, ho diversi progetti in cantiere di cui non posso parlarti ancora… Quindi tra i pro metto anche il trampolino di lancio che questo lavoro può offrire. Tra i contro posso dire la gestione del tempo; le aziende sono molto esigenti sulle scadenze. Quando hai tante collaborazioni in atto che richiedono più creatività in contemporanea e diversa fra loro, ti scoppia un po’ il cervello, avresti bisogno di più tempo. La visibilità possiamo azzardarla paradossalmente tra i contro di questo mestiere. Più aumentano le persone che ti seguono, più aumentano le responsabilità etiche e sociali. Il pubblico si aspetta sempre il massimo da te. Per me non è un contro, ma per molti colleghi lo è stato. Non si è più così liberi di lasciarsi andare a sfoghi personali. Banalmente una battuta fuori posto può avere una risonanza pericolosa. La visibilità è gratificante, ci mancherebbe, ma da gestire con giudizio. Oggi sui social abbiamo una grande responsabilità educativa. Bisogna dare il buon esempio sempre, si influenzano molte persone. Dare il buon esempio per me è alla base. Mai un video in macchina in movimento o senza cintura per far un esempio. La gente ci ascolta, si fida. Rifiuto un sacco di collaborazioni poiché non in linea con i miei principi etici. Se mantieni la bussola della tua missione, non ti fai sopraffare dai soldi e dalla notorietà, se preservi la tua dignità morale, è tutto a tuo favore.

Come reagisci alle critiche?

In questo lavoro sei molto esposto, in pasto ai follower, sostenitori o antagonisti. Questi elementi a seconda della prospettiva possono diventare bene o male. C’è ancora chi si sente libero di insultare senza pensare alle conseguenze di tali azioni. Il mondo digitale ci sembra un mondo lontano ma non lo è, è mondo reale, sono una cosa sola. Pensateci un attimo: quanto tempo del mondo “reale” passiamo dentro il mondo “digitale”? Un commento cattivo, un insulto a bruciapelo, ferisce sentimenti, colpisce le fragilità delle persone. Tutti siamo responsabili. Chiunque usa i social per comunicare, ma si fa ancora con troppa leggerezza. Poi magari sono le stesse persone che incontri per strada e ti chiedono una foto. Io non ho molti haters, probabilmente perché non condivido argomenti divisivi assiduamente né incito alla discussione. Avere autostima comunque, mi aiuta a farmeli scivolare addosso. Dobbiamo rendere i posti migliori, che siano fisici o virtuali. E i posti li fanno le persone. Abbiamo tanto su cui lavorare.

E se domani tutto questo dovesse finire?

Mi reinventerei. Nella vita ho alimentato costantemente la mia conoscenza a livello di studi e formazione, mi piace essere pronto in ogni ambito. Ho avuto il privilegio di guardare alla creazione dei contenuti da una prospettiva artistica che va oltre lo smartphone. Poi il mio modo di vedere le cose prevede già una fine. Mi spiego: arriverà il giorno in cui i miei contenuti saranno saturi e dovrò fare cose nuove, diverse. Quello che farà tra dieci anni sono sicuro sarà diverso da quello che faccio oggi, senza mai perdere bussola ed entusiasmo creativo. Quindi sì, mi reinventerei, ma sempre rispettando ciò che mi contraddistingue.

Virginia Diaco

 

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