Corigliano Rossano. L’UDC denuncia: Non moriremo di Covid 19, ma per malattie tifoidee

Il Centro storico di Corigliano è luogo d’interesse e di valore storico culturale notevole, paesaggisticamente una bellezza d’insieme, percepita immediatamente, ma nell’ ottusità di coloro che non apprezzano e non riconoscono aspetti evidenti resta solo il luogo delle vecchie o antiche tradizioni e, dunque, posto relegato all’infanzia vissuta, ad una visione nostalgica. Insomma, è vero che poco o per nulla apprezza chi non conosce o chi suo malgrado confonde il bello con il brutto e ne fa un modello di vita. La cultura in fondo svolge questa funzione del coltivare l’arte e la storia per affinare il gusto e l’estetica, per riconoscere quel che di bello si presenta ai nostri sensi. A tal proposito molte belle pubblicazioni ci ricordano che fino al secondo dopoguerra Corigliano Calabro era una realtà pittoresca, monocentrica, tutta arroccata intorno al Castello Ducale. Tale si è denotata fino agli anni settanta. Quel che oggi si presenta a noi quale realtà urbana polverizzata è il prodotto policentrico di un PRG che promosse l’espansione urbanistica, figlia della corruttela, della speculazione e dell’abusivismo. Aberrazioni umane che dagli anni ottanta in poi hanno caratterizzato tutto il nostro Bel Paese. Fenomenologia dell’urbanesimo connessa al mal governo della stessa nostra ex Città, nel moto perpetuo di un susseguirsi di amministrazioni che non solo hanno sollecitato l’espansione edilizia ma non hanno posto sotto controllo quell’ abusivismo che negli anni ha rappresentato un serio problema sociale ed urbanistico. Seppur il passato è greve, angusto, pumbleo non possiamo addossare la croce di quel che è stato a questa innocente ammistrazione a guida Stasi. Tuttavia non si giustifica ad esempio, dopo un anno di amministrazione Stasi lo stato in cui versano i bagni pubblici in S.Antonio o in quel di S.Francesco , il cui termine cessi, a vederli, è un vezzeggiativo. Ed è pur vero che tale evidenza, un niente, che si presenta pubblicamente a residenti e turisti non offre una referenza qualificante alla buona immagine della Città storica che continua a soffrire di una perdita costante di residenti, attività e di servizi primari. Tanto soprattutto per via di quelle politiche disastrose, il cui emblema è, a tutt’oggi, rappresentato dall’incapacità amministrativa di far fronte a semplici interventi di manutenzione.

Dunque, riqualificare dei bagni pubblici è il limite amministrativo annuale di un esecutivo che coinvolge ben tre settori: Lavori pubblici, manutentivo, ambientale; Tre Assessori ed il Sindaco con deleghe in materia di Patrimonio, Lavori pubblici, Centro Storico, Ambiente, Sanità.

Questo stato dei fatti è la dimostrazione plastica dell’incapacità politica, quindi, di chi oggi ci governa. Siamo, inutile negarlo, completamente allo sbando e tutti un pò confusi, forse perché non vogliamo accettare e comprendere che questo falso benessere ha prodotto una generazione molto loquace e poco pragmatica e che tutti noi abbiamo avuto l’ardire di porla al governo della Città. Giovanotti e signorinelle che si sono nutriti di modelli utilitaristici, di un liberismo senza remore, di un marxismo che pone la classe politica a braccetto con i padroni, accompagnandosi alla menzogna. È questa la società baumaniana dei valori liquidi.

Aspettare, dopo un anno, il miracolo del nuovo che avanza, ormai non ha più senso. Così come andare ai bagni pubblici. Detto ciò non possiamo indugiare oltre , quest’ amministrazione deve dare il senso politico della sua attività ed esistenza, o sarà davvero un dramma senza ritorno, partendo, appunto, dai centri storici e dai servizi pubblici, ovviamente ponendo freno a questo degrado che dilaga nell’area coriglianese . Non si chiede, quindi, una rivoluzione copernicana, culturale o popolare ma solo competenze e capacità amministrative anche solo per la cura e la manutenzione patrimoniale. Purtroppo queste qualità non si ottengono con i copia incolla ma con molta umiltà e studio e conoscendo a fondo il territorio. Urlare slogan non serve, serve fare e soprattutto far bene.

UDC Corigliano Centro Storico

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